Das Rheingold, ovvero il primordiale big-bang, la nascita del Tutto: Natura, Uomo e soprattutto… Musica!
Ci racconta, in circa due ore e mezza di musica senza intervalli(1), un intero giorno(2): da un’alba (l’alba dell’universo) ad un tramonto, quello della Natura incontaminata, la cui entropia comincia inesorabilmente ad aumentare, sotto i colpi del libero arbitrio dell’uomo, dei suoi peccati e della sua superbia (e badate che qui siamo ancora molto prima del nordico medievale “Ragna röc”(3), siamo ad Anassimandro, filosofia di 600 anni e più prima di Cristo, guarda un pò fin dove Wagner va a parare, pur senza conoscerla!(4))
Rheingold incornicia mirabilmente la fine dell’Eden e l’inizio della Storia, e sarà un lungo cammino (in tutto circa quindici ore) che dal MI bemolle della quiete originaria condurrà, per progressiva e lenta decadenza, al RE bemolle della fine del Götterdämmerung! (non c’è niente da fare, nulla meglio della musica riesce ad esprimere con suprema sintesi ed efficacia anche i concetti ed i princìpi più profondi…)
Facendo seguito al “liquido” preludio, quattro sono le scene, senza soluzione di continuità:
I. dall’Eden al Peccato: sì, proprio con la P maiuscola, perchè anche nel peccato l’Uomo sa essere davvero grande!
II. dall’Ordine costituito al compromesso: anche gli dèi sono proprio dei gran figli di buona donna(5)…
III. “rubare al ladro”(6), massima e machiavellica ipocrisia del potere…
IV. giustizia a caro prezzo (o stress da ubriacatura di potere?!) e inizio della parabola autodistruttiva di Wotan.
Ci racconta, in circa due ore e mezza di musica senza intervalli(1), un intero giorno(2): da un’alba (l’alba dell’universo) ad un tramonto, quello della Natura incontaminata, la cui entropia comincia inesorabilmente ad aumentare, sotto i colpi del libero arbitrio dell’uomo, dei suoi peccati e della sua superbia (e badate che qui siamo ancora molto prima del nordico medievale “Ragna röc”(3), siamo ad Anassimandro, filosofia di 600 anni e più prima di Cristo, guarda un pò fin dove Wagner va a parare, pur senza conoscerla!(4))
Rheingold incornicia mirabilmente la fine dell’Eden e l’inizio della Storia, e sarà un lungo cammino (in tutto circa quindici ore) che dal MI bemolle della quiete originaria condurrà, per progressiva e lenta decadenza, al RE bemolle della fine del Götterdämmerung! (non c’è niente da fare, nulla meglio della musica riesce ad esprimere con suprema sintesi ed efficacia anche i concetti ed i princìpi più profondi…)
Facendo seguito al “liquido” preludio, quattro sono le scene, senza soluzione di continuità:
I. dall’Eden al Peccato: sì, proprio con la P maiuscola, perchè anche nel peccato l’Uomo sa essere davvero grande!
II. dall’Ordine costituito al compromesso: anche gli dèi sono proprio dei gran figli di buona donna(5)…
III. “rubare al ladro”(6), massima e machiavellica ipocrisia del potere…
IV. giustizia a caro prezzo (o stress da ubriacatura di potere?!) e inizio della parabola autodistruttiva di Wotan.
___
Note:
1. Costringere lo spettatore su una (scomoda, a Bayreuth!) poltrona per più di due ore e mezza: anche questa è un’idea che sta a metà strada fra rivoluzione e temerarietà... (idea peraltro non nuova per Wagner, vedasi il Fliegende Holländer). Va peraltro riconosciuto che si tratta di centocinquanta e più minuti “da bere in un sol fiato”, dove non c’è un attimo di stanca, un solo abbassamento di tensione, una minima perdita di pathos.
2. Per la verità si tratta verosimilmente di due giornate (non consecutive) come cercheremo di dimostrare.
Note:
1. Costringere lo spettatore su una (scomoda, a Bayreuth!) poltrona per più di due ore e mezza: anche questa è un’idea che sta a metà strada fra rivoluzione e temerarietà... (idea peraltro non nuova per Wagner, vedasi il Fliegende Holländer). Va peraltro riconosciuto che si tratta di centocinquanta e più minuti “da bere in un sol fiato”, dove non c’è un attimo di stanca, un solo abbassamento di tensione, una minima perdita di pathos.
2. Per la verità si tratta verosimilmente di due giornate (non consecutive) come cercheremo di dimostrare.
3. Letteralmente: “destino degli dei”; divenuto poi – a seguito di una catena di derivazioni e storpiature dell’originale norreno – “Ragna rökkr”, cioè il “crepuscolo degli dei”.
4. Il “frammento di Anassimandro” fu catalogato e pubblicato in tedesco da Diels all’inizio del ‘900. Nietzsche lo studiò negli anni ’70, al momento di insegnare filosofia a Basilea. Wagner non poteva certo conoscerlo, menchemeno nei primi anni ’50, al momento di ideare il Ring.
5. Come già ricordato, nelle nordiche Saghe tutti gli esseri cosiddetti “soprannaturali” (dèi, giganti, nani primordiali) sono affetti da congenita avidità di potere e ricchezza: la loro storia è costellata nientemeno che da “diluvi di sangue”!
6. Laddove nessuno è esente da colpe, lì vendette, ritorsioni, soprusi e reati belli e buoni possono benissimo travestirsi da “giustizia”.
4. Il “frammento di Anassimandro” fu catalogato e pubblicato in tedesco da Diels all’inizio del ‘900. Nietzsche lo studiò negli anni ’70, al momento di insegnare filosofia a Basilea. Wagner non poteva certo conoscerlo, menchemeno nei primi anni ’50, al momento di ideare il Ring.
5. Come già ricordato, nelle nordiche Saghe tutti gli esseri cosiddetti “soprannaturali” (dèi, giganti, nani primordiali) sono affetti da congenita avidità di potere e ricchezza: la loro storia è costellata nientemeno che da “diluvi di sangue”!
6. Laddove nessuno è esente da colpe, lì vendette, ritorsioni, soprusi e reati belli e buoni possono benissimo travestirsi da “giustizia”.