La scena è abbastanza breve e mossa (secondo il principio sinfonico per cui ad un tempo lento deve seguirne uno animato, e viceversa).
Psicologicamente è tutta incentrata sulla descrizione dello stato d’animo in cui si trova Sieglinde: la consapevolezza del peccato commesso, dell’offesa recata alle sacre regole del focolare; il presentimento che la colpa dovrà essere duramente espiata, e il dolore aggiuntivo derivante dal constatare che tale espiazione coinvolgerà anche il nobile e amato fratello.
Il quale invece è più che mai sicuro di sè. Vede nella spada ritrovata - che ora stringe saldamente in pugno - il segno di un destino che gli è divenuto amico. E non ha il minimo dubbio di poter difendersi da qualunque nemico.
La scena è costituita fondamentalmente da un dialogo in quattro parti: due frasi recitate - con portamento sicuro - da Siegmund, alternate a due monologhi di Sieglinde, pieni di ansia, preoccupazione, paura e visioni da incubo.
La didascalìa ci dice che Brünnhilde è salita su un picco, dove è situata la caverna-alloggio che lei condivide con il suo cavallo(1); e da lì scorge i due gemelli in fuga, diretti proprio verso di lei; che si ritira quindi nella caverna.
L‘interludio orchestrale ci presenta sempre i temi dell‘amore e della fuga intrecciati, ma qua e là compare, sia pure sulla stessa nota ribattuta, il tema di Hunding, a ricordarci ancora da chi i due amanti sono inseguiti… Siegmund cerca di fermare la sorella (“Raste nun hier”) ma lei prosegue (“Weiter!”) con il tema della fuga che riprende a galoppare, in tutta l’orchestra, ma adesso in modo più calmo, progressivamente placandosi, finchè Siegmund riesce a fermare la sorella (“Verweile, süsseste Weib!”) Sul tema dell’amore, le conferma che lui è lì per proteggerla (“Siegmund ist dir Gesell”) e i corni ripetono quello straordinario inciso che avevamo udito nel primo atto, allorquando Siegmund aveva cantato alla sorella “denn wonnig weidet mein Blick”, perché gioiosamente pasce il mio sguardo.
Le viole lo sviluppano dolcemente, poi clarinetto ed oboe reiterano il tema dell’amore, ma Sieglinde tosto riparte (“Hinweg! Hinweg!…”) ed incomincia un lungo monologo in cui si accusa di tradimento – lei già legata ad un uomo, sia pure non amato - aggiungendo di non essere degna, lei donna infedele, di un uomo puro come lui, da lei stessa trascinato nel disonore. Durante questo monologo appaiono alcuni degli stupendi temi del primo atto, di quello sbudellante “duetto d’amore” di cui i due erano stati protagonisti.
Sieglinde canta “…vor der süssesten Wonne”, davanti alla dolcissima delizia, e lo canta come là Siegmund aveva descritto la sua gioia nell’amarla; ma qui la delizia diventa scorno (“Grauen und Schauder”) per la donna traditrice! “Lascia la maledetta!” grida Sieglinde, io sono priva d’onore!
Siegmund, supportato dal tema dell’eroismo prima delle parole “Was je Schande dir schuf” (Quella vergogna che ti portò, l’empio la dovrà espiare) la rassicura: Nothung darà il benservito a Hunding e ai suoi compari! E la tromba bassa fa sentire il tema della Spada prima delle parole “Rache dann hast du erreicht!” (avrai così vendetta); ma immediatamente dopo si ode, nei timpani, l’inconfondibile ritmo di Hunding, che sta sopraggiungendo.
E qui Sieglinde cade in una specie di lungo deliquio. Immagina Hunding che, risvegliatosi, ha chiamato a raccolta i suoi per vendicare l’onta subita: corni e trombe emettono otto autentici singhiozzi (acciaccatura e semiminima, in fortissimo e forte) a sottolineare lo stato d’animo della donna. Che si getta al collo di Siegmund, ma ode i corni di Hunding e immagina la muta di cani inferociti, contro cui nessuna spada potrà prevalere. Crede di vedere Siegmund sbranato dai cani, la spada distrutta (“...in Stücken zerstaucht das Schwert”, tema della spada nelle trombe…) Nel deliquio, Sieglinde vede persino spezzarsi e cadere il frassino in cui la spada era conficcata!(2) E sviene fra le braccia di Siegmund.
Il quale la sorregge (“Schwester, Geliebte!”) le ascolta il respiro per rassicurarsi che sia ancora viva, e poi la adagia al suolo, mentre il tema dell’amore, nei violoncelli, sottolinea il suo lungo bacio sulla fronte di lei.
___
Note:
1. Il nome del destriero di Brünnhilde - Grane, un ippogrifo in realtà - ci verrà comunicato nella prima scena del terzo atto, allorquando le sorelle valchirie ne descriveranno l’arrivo trafelato.
2. Un’evidente allegorìa del focolare, distrutto dal suo tradimento.
Psicologicamente è tutta incentrata sulla descrizione dello stato d’animo in cui si trova Sieglinde: la consapevolezza del peccato commesso, dell’offesa recata alle sacre regole del focolare; il presentimento che la colpa dovrà essere duramente espiata, e il dolore aggiuntivo derivante dal constatare che tale espiazione coinvolgerà anche il nobile e amato fratello.
Il quale invece è più che mai sicuro di sè. Vede nella spada ritrovata - che ora stringe saldamente in pugno - il segno di un destino che gli è divenuto amico. E non ha il minimo dubbio di poter difendersi da qualunque nemico.
La scena è costituita fondamentalmente da un dialogo in quattro parti: due frasi recitate - con portamento sicuro - da Siegmund, alternate a due monologhi di Sieglinde, pieni di ansia, preoccupazione, paura e visioni da incubo.
La didascalìa ci dice che Brünnhilde è salita su un picco, dove è situata la caverna-alloggio che lei condivide con il suo cavallo(1); e da lì scorge i due gemelli in fuga, diretti proprio verso di lei; che si ritira quindi nella caverna.
L‘interludio orchestrale ci presenta sempre i temi dell‘amore e della fuga intrecciati, ma qua e là compare, sia pure sulla stessa nota ribattuta, il tema di Hunding, a ricordarci ancora da chi i due amanti sono inseguiti… Siegmund cerca di fermare la sorella (“Raste nun hier”) ma lei prosegue (“Weiter!”) con il tema della fuga che riprende a galoppare, in tutta l’orchestra, ma adesso in modo più calmo, progressivamente placandosi, finchè Siegmund riesce a fermare la sorella (“Verweile, süsseste Weib!”) Sul tema dell’amore, le conferma che lui è lì per proteggerla (“Siegmund ist dir Gesell”) e i corni ripetono quello straordinario inciso che avevamo udito nel primo atto, allorquando Siegmund aveva cantato alla sorella “denn wonnig weidet mein Blick”, perché gioiosamente pasce il mio sguardo.
Le viole lo sviluppano dolcemente, poi clarinetto ed oboe reiterano il tema dell’amore, ma Sieglinde tosto riparte (“Hinweg! Hinweg!…”) ed incomincia un lungo monologo in cui si accusa di tradimento – lei già legata ad un uomo, sia pure non amato - aggiungendo di non essere degna, lei donna infedele, di un uomo puro come lui, da lei stessa trascinato nel disonore. Durante questo monologo appaiono alcuni degli stupendi temi del primo atto, di quello sbudellante “duetto d’amore” di cui i due erano stati protagonisti.
Sieglinde canta “…vor der süssesten Wonne”, davanti alla dolcissima delizia, e lo canta come là Siegmund aveva descritto la sua gioia nell’amarla; ma qui la delizia diventa scorno (“Grauen und Schauder”) per la donna traditrice! “Lascia la maledetta!” grida Sieglinde, io sono priva d’onore!
Siegmund, supportato dal tema dell’eroismo prima delle parole “Was je Schande dir schuf” (Quella vergogna che ti portò, l’empio la dovrà espiare) la rassicura: Nothung darà il benservito a Hunding e ai suoi compari! E la tromba bassa fa sentire il tema della Spada prima delle parole “Rache dann hast du erreicht!” (avrai così vendetta); ma immediatamente dopo si ode, nei timpani, l’inconfondibile ritmo di Hunding, che sta sopraggiungendo.
E qui Sieglinde cade in una specie di lungo deliquio. Immagina Hunding che, risvegliatosi, ha chiamato a raccolta i suoi per vendicare l’onta subita: corni e trombe emettono otto autentici singhiozzi (acciaccatura e semiminima, in fortissimo e forte) a sottolineare lo stato d’animo della donna. Che si getta al collo di Siegmund, ma ode i corni di Hunding e immagina la muta di cani inferociti, contro cui nessuna spada potrà prevalere. Crede di vedere Siegmund sbranato dai cani, la spada distrutta (“...in Stücken zerstaucht das Schwert”, tema della spada nelle trombe…) Nel deliquio, Sieglinde vede persino spezzarsi e cadere il frassino in cui la spada era conficcata!(2) E sviene fra le braccia di Siegmund.
Il quale la sorregge (“Schwester, Geliebte!”) le ascolta il respiro per rassicurarsi che sia ancora viva, e poi la adagia al suolo, mentre il tema dell’amore, nei violoncelli, sottolinea il suo lungo bacio sulla fronte di lei.
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Note:
1. Il nome del destriero di Brünnhilde - Grane, un ippogrifo in realtà - ci verrà comunicato nella prima scena del terzo atto, allorquando le sorelle valchirie ne descriveranno l’arrivo trafelato.
2. Un’evidente allegorìa del focolare, distrutto dal suo tradimento.
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