Poi Wotan conclude il suo gazzettino: “Von Morgen bis Abend…”, da mattino a sera (tutta la vicenda del Rheingold si compie in una sola giornata!(1)) con coraggio ed angoscia (e il tema dell’anello è lì a ricordarcelo, sfociando in quello delle Norne) esso è stato finalmente conquistato! “Es naht die Nacht…”, arriva la notte (quale brivido freddo ci provoca qui il tremolo degli archi) e il castello ci darà rifugio.
Ora attenzione, perché su una modulazione che ci porta al SI naturale armonizzato sull’accordo di settima, arriva un momento davvero “topico”: la didascalìa in partitura avverte (di Wotan): “come rapito da un grande pensiero, molto risoluto”…
Cosa sta passando per la mente di Wotan?: “…come potrò riavere l’anello? dato che non posso toglierlo a Fafner, che lo possiede legittimamente, allora farò in modo che un Altro faccia questo per me: perciò creerò un figlio che sappia compiere l’impresa in piena libertà, e qui c’è lo strumento con cui la porterà a termine”.
Wotan pensa, non dice… ma allora come sappiamo noi delle sue intenzioni? Ma naturalmente, dalla musica che nasce ora in orchestra, e precisamente nella tromba in DO maggiore, che espone il tema della spada(2), due volte, a incastonare il saluto di Wotan alla rocca: “So grüss ich die Burg…”
Il tema (quante volte lo risentiremo, già dal primo atto della Walküre…) è fatto sempre e solo con le tre note della triade perfetta (do-mi-sol) come il tema dell’oro, ma qui dà proprio l’idea di una spada che viene estratta dal fodero e poi brandita verso l’alto, in segno di forza, di eroismo, di coraggio, ma anche di sfida (vedremo che questa spada sfiderà - e per ben due volte, con esiti diametralmente opposti - nientemeno che la lancia di Wotan e le Rune su di essa incise…) Dopo il salto di quarta all’insù (SOL-DO) il tema presenta un salto di ottava all’ingiù (DO-DO) che subito caratterizza il saluto di Wotan (“So grüss…”) e che caratterizzerà poi i richiami di Siegmund (e addirittura di Siegfried) al padre e alla spada; poi segue un frammento ascendente (MI-SOL-DO-MI) del tema della “nascita del mondo” (quello esposto inizialmente nel preludio dai corni): anche qui, quanto si vede bene quale sia la stretta relazione fra i temi e i leit-motive che Wagner impiega per descriverci la sua favola!
Dopo che la seconda apparizione del tema della spada si è chiusa con la cadenza finale del tema del Walhall, suggellata nella prima tromba da un ulteriore salto di quinta ascendente, a toccare il SOL, Wotan si rivolge alla moglie: “Folge mir, Frau…”, seguimi, donna, con me vieni ad abitare nel Walhall! La modulazione ci ha portato da DO maggiore a REb, e il tema della rocca, ora nei corni, accompagna l’invito di Wotan e la domanda di Fricka che, curiosa, chiede da dove venga quel nome, mai sentito prima. La risposta di Wotan è stavolta esplicita, ma massimamente involuta, se non proprio criptica (“Was mächtig der Furcht mein Mut mir erfand, wenn siegend es lebt, leg' es den Sinn dir dar!”)(3) e contiene gli immancabili salti di ottava discendente (REb: “Furcht-mein” e poi DO: “Sinn-dir”). Il Walhall è qui esposto con le prime 10 misure usuali (salvo il fatto che sono i clarinetti a entrare sul SOLb e gli oboi sul SIb) poi - a partire dal “leg’ es…” - c’è la modulazione a FA maggiore, 4 misure, su cui la frase si chiude.
Ora attenzione, perché su una modulazione che ci porta al SI naturale armonizzato sull’accordo di settima, arriva un momento davvero “topico”: la didascalìa in partitura avverte (di Wotan): “come rapito da un grande pensiero, molto risoluto”…
Cosa sta passando per la mente di Wotan?: “…come potrò riavere l’anello? dato che non posso toglierlo a Fafner, che lo possiede legittimamente, allora farò in modo che un Altro faccia questo per me: perciò creerò un figlio che sappia compiere l’impresa in piena libertà, e qui c’è lo strumento con cui la porterà a termine”.
Wotan pensa, non dice… ma allora come sappiamo noi delle sue intenzioni? Ma naturalmente, dalla musica che nasce ora in orchestra, e precisamente nella tromba in DO maggiore, che espone il tema della spada(2), due volte, a incastonare il saluto di Wotan alla rocca: “So grüss ich die Burg…”
Il tema (quante volte lo risentiremo, già dal primo atto della Walküre…) è fatto sempre e solo con le tre note della triade perfetta (do-mi-sol) come il tema dell’oro, ma qui dà proprio l’idea di una spada che viene estratta dal fodero e poi brandita verso l’alto, in segno di forza, di eroismo, di coraggio, ma anche di sfida (vedremo che questa spada sfiderà - e per ben due volte, con esiti diametralmente opposti - nientemeno che la lancia di Wotan e le Rune su di essa incise…) Dopo il salto di quarta all’insù (SOL-DO) il tema presenta un salto di ottava all’ingiù (DO-DO) che subito caratterizza il saluto di Wotan (“So grüss…”) e che caratterizzerà poi i richiami di Siegmund (e addirittura di Siegfried) al padre e alla spada; poi segue un frammento ascendente (MI-SOL-DO-MI) del tema della “nascita del mondo” (quello esposto inizialmente nel preludio dai corni): anche qui, quanto si vede bene quale sia la stretta relazione fra i temi e i leit-motive che Wagner impiega per descriverci la sua favola!
Dopo che la seconda apparizione del tema della spada si è chiusa con la cadenza finale del tema del Walhall, suggellata nella prima tromba da un ulteriore salto di quinta ascendente, a toccare il SOL, Wotan si rivolge alla moglie: “Folge mir, Frau…”, seguimi, donna, con me vieni ad abitare nel Walhall! La modulazione ci ha portato da DO maggiore a REb, e il tema della rocca, ora nei corni, accompagna l’invito di Wotan e la domanda di Fricka che, curiosa, chiede da dove venga quel nome, mai sentito prima. La risposta di Wotan è stavolta esplicita, ma massimamente involuta, se non proprio criptica (“Was mächtig der Furcht mein Mut mir erfand, wenn siegend es lebt, leg' es den Sinn dir dar!”)(3) e contiene gli immancabili salti di ottava discendente (REb: “Furcht-mein” e poi DO: “Sinn-dir”). Il Walhall è qui esposto con le prime 10 misure usuali (salvo il fatto che sono i clarinetti a entrare sul SOLb e gli oboi sul SIb) poi - a partire dal “leg’ es…” - c’è la modulazione a FA maggiore, 4 misure, su cui la frase si chiude.
Loge non si vorrebbe accodare agli dèi che si apprestano a salire nella reggia; “Ihrem Ende eilen sie zu…” dice (sul tema dell’anello): questi stolti vanagloriosi stanno affrettando la propria fine, e io non voglio spartirla con loro, guarda un pò… mi verrebbe persin voglia di bruciarli vivi (e stiamo pur certi che lo farà, ma molto, molto più avanti…); dovrò pensare bene a cosa fare per il futuro. Poi si avvia a malincuore verso di loro(4).
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Note:
1. Quanto meno la parte coperta dalle scene II-III-IV. La scena I in effetti occupa da sola un giorno, come abbiamo avuto modo di notare, dapprima commentando l’apparizione (e sparizione) del sole, e poi constatando che la Scena II si apre di buon mattino.
2. L’Edda, la Völsunga Saga e il Nibelungenlied citano delle spade, con vari nomi e origini, ma non c’è concordanza fra le diverse storie e versioni. In particolare, il concetto di “eredità della spada” (da Wotan, attraverso Siegmund, fino a Siegfried) è sì presente nella Völsunga Saga, ma esposto, al solito, in modo episodico e sconnesso, mentre in Wagner assume invece un’importanza a dir poco capitale nello sviluppo, anche “filosofico”, dell’intero Ring.
3. Quel che, signore della paura, l'animo mio ha trovato, se con vittoria vivrà, ti spiegherà quel senso. (trad. Guido Manacorda). Nella Walküre Wotan fornirà dettagli più precisi in merito alle finalità del Walhall.
4. Loki, con altri giganti, tornerà minaccioso su una nave, contro gli dei, nel fatidico giorno del Ragna röc.
1. Quanto meno la parte coperta dalle scene II-III-IV. La scena I in effetti occupa da sola un giorno, come abbiamo avuto modo di notare, dapprima commentando l’apparizione (e sparizione) del sole, e poi constatando che la Scena II si apre di buon mattino.
2. L’Edda, la Völsunga Saga e il Nibelungenlied citano delle spade, con vari nomi e origini, ma non c’è concordanza fra le diverse storie e versioni. In particolare, il concetto di “eredità della spada” (da Wotan, attraverso Siegmund, fino a Siegfried) è sì presente nella Völsunga Saga, ma esposto, al solito, in modo episodico e sconnesso, mentre in Wagner assume invece un’importanza a dir poco capitale nello sviluppo, anche “filosofico”, dell’intero Ring.
3. Quel che, signore della paura, l'animo mio ha trovato, se con vittoria vivrà, ti spiegherà quel senso. (trad. Guido Manacorda). Nella Walküre Wotan fornirà dettagli più precisi in merito alle finalità del Walhall.
4. Loki, con altri giganti, tornerà minaccioso su una nave, contro gli dei, nel fatidico giorno del Ragna röc.
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