4 mag 2010

3.3.1.1 Die Walküre: Atto III - Scena I – La cavalcata delle Valchirie

La scena è quasi tutta occupata dalle Valchirie(1) (i cui nomi, apparentemente strampalati, sono invece scelti con grande cura e precisione) e dalla loro celebre cavalcata. Ai suoni dell’orchestra, dove il tema principale è affidato agli ottoni, col sostegno degli strumentini a creare autentiche “ventate”, si aggiungono le voci delle Valchirie, con i loro “Hojotoho”, che sfociano anche qui in salti di un’ottava all’insù (sul SI e sul DO) creando un effetto entusiasmante(2).

Il tema della cavalcata (tutto in 9/8) viene via via riproposto in tonalità diverse, per creare proprio l’impressione del volo, con i cavalli alati che si librano nell’aria in volute sempre più alte… Si può sommariamente dividere la scena in alcune sezioni principali, cui segue la parte finale:

• introduzione (12 battute) in cui si comincia ad udire, in corni e fagotti, lo scalpitare dei cavalli (croma puntata, semicroma, croma, con salto di ottava all’insù e di quarta, poi quinta, in basso, sempre sul secondo e terzo tempo della battuta);
• cavalcata, col tema esposto da due corni e tromba bassa in SI minore, sfociante in RE maggiore; quindi, alla seconda “voluta”, esposto da due corni e due trombe, che va da RE maggiore a FA# maggiore; poi quattro corni e la tromba bassa, seguita dalle trombe, espongono la seconda forma del tema, in SI minore, quindi ancora la stessa sezione, che sfocia in SI maggiore, all’alzarsi del sipario; arrivano ora i tromboni, colla prima forma del tema, da SI minore a RE maggiore, quindi, con tromba e tromba bassa, da RE a FA# maggiore, che introduce…
• la riunione di una prima coppia di Valchirie (Gerhilde, col suo “Hojotoho”, e poi Helmwige, che le fa da eco, cantando attraverso un megafono(3), da dietro le quinte); ora arriva…
• un’altra cavalcata, sempre condotta da tromboni, tromba bassa e poi trombe, in SI maggiore, sfociante a RE minore, quindi ancora da RE minore a FA# maggiore; di nuovo la seconda forma, che sfocia maestosamente in SI maggiore, ad accogliere…
• l’arrivo di altre Valchirie: dapprima Waltraute e Schwertleite, poi Ortlinde(4) (da notare le risate delle altre, fatte di 10 crome) quindi…
• ancora uno spezzone di cavalcata, a ricevere Siegrune (sempre via-megafono), con corni e tromba bassa, in SI minore, sfociante in RE maggiore, poi corni e tromba, da RE a FA# maggiore; la seconda forma, in SI minore, quindi la stessa che sfocia in SI maggiore;
• adesso sono corni e trombe, colla tromba bassa, pesantissimi, a “cavalcare” in SI minore, sfociante a FA# maggiore; qui Wagner prescrive l’entrata del Rührtrommel (cassa rullante, poco tesa, evidentemente per dare un suono piuttosto sordo) ad introdurre la seconda forma della cavalcata, fino al grandioso SI maggiore, con l’ingresso possente del contrabbasso-tuba, che segue all’arrivo di Grimgerde e Rossweisse (col megafono, da lontano…) che si ritrovano con le altre e scherzano con i cavalli (sulle 10 crome delle loro risatine, alla vista degli approcci sessuali delle bestie…);
• poi le otto sorelle si accorgono che manca ancora Brünnhilde, che evidentemente si sta attardando con il suo Siegmund(5);
• finalmente Siegrune avverte dell’arrivo di Brünnhilde e in orchestra sentiamo le scale ascendenti che ci ricordano la fuga dei due gemelli! Brünnhilde arriva annunciata dal tema dell’angoscia e, sorpresa generale, reca con sè una donna (e viva) invece di un eroe morto;
• disperata richiesta di aiuto di Brünnhilde alle sorelle, che spiega chi sia la donna che reca con sé, e racconta della sua disobbedienza a Wotan, che la sta inseguendo per punirla; grande concertato delle Valchirie, che le rimproverano la sua colpa;
• lei le implora una ad una, mostrando la terribile condizione di Sieglinde, ma tutte rifiutano, temendo l’ira del padre.

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Note:

1. Le Valchirie sono nove, esattamente quanti gli “alberi della vita” cresciuti prima di Yggdrasil (Völuspa) quante le madri (?!) ondose di Heimdallr, il “dio bianco”, guardiano degli dèi (Snorri) e quante le notti passate da Odin appeso al frassino Yggdrasil (Hávamál)… Nove, quanti i mondi preesistiti al nostro, a partire da Ymir, ”uomo-brina”.
2. Effetto che si perde irrimediabilmente nelle esecuzioni “antologiche” (puramente strumentali) di questo brano, che pare sia stato il primo, di tutto il Ring, ad essere ideato da Wagner.
3. Anche questa è una trovata al limite del pazzesco, roba da circo equestre, più che da teatro d’opera. Wagner si servirà del megafono anche nel Siegfried, per aiutare il drago Fafner a rendersi udibile da dentro la sua caverna, a Neidhöhle.
4. Le Valchirie portano in sella i corpi di eroi morti: Sintolt e Wittig – esplicitamente citati - sono nomi mutuati da personaggi “minori” del Nibelungenlied.
5. Possiamo immaginare che le nove sorelle si riunissero per un briefing prima di recarsi sui campi di battaglia? Solo così le altre potrebbero sapere di Siegmund!

1 commento:

Unknown ha detto...

Volevo chiedere qualche informazione del brano. Che cosa succede alla fine, quante scalette ascendenti si sentono, in quante sezioni si può dividere e lo schema della composizione. Mi serve per la scuola. Grazie

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Helle Flammen scheinen in dem Saal der Götter aufzuschlagen. Als die Götter von den Flammen gänzlich verhüllt sind, fällt der Vorhang.
(Chiare fiamme sembrano prorompere nella sala degli dèi. Come gli dèi sono dalle fiamme totalmente avvolti, cade il sipario.)
(Götterdämmerung – L’ultima immagine del Ring)
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fram sé ec lengra um ragna röc (da lontano scorgo il destino degli dèi)
(Edda Poetica – Völuspá - Profezia della Veggente)
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orð mér af orði orðs leitaði (parola da parola mi condusse a parole)
(Edda Poetica – Hávamál – Píslir og rúnir, Discorso Runico di Odin)
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Il principio degli esseri è l'infinito… in ciò da cui gli esseri traggono la loro origine, ivi si compie altresì la loro dissoluzione, secondo necessità: infatti reciprocamente scontano la pena e pagano la colpa commessa, secondo l'ordine del tempo... (Anassimandro, 600 A.C.)
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L'"intento" degli dèi sarebbe compiuto quand'essi giungessero ad annullarsi nella creazione dell'uomo, quando cioè essi si spogliassero d'ogni influsso immediato sopra la libertà della coscienza umana. (RW: Abbozzo in prosa del 1848)
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La tetralogia L'Anello del Nibelungo può considerarsi un'epopea cosmogonica la cui prima e la cui ultima parola è l'elemento assoluto manifesto e pensabile come «acqua» ed esprimibile come «musica» cioè suono del beato silenzio: è l'enorme pedale in MI bemolle, di cui la tonica isolata è sostenuta per molte battute, al principio della prima Giornata del dramma, L'Oro del Reno, ed è la frase finale di due battute sull'accordo di terza di RE bemolle, al termine dell'ultima Giornata, Il Crepuscolo degli dei. (Augusto Hermet 1889-1954 - “La Parola Originaria”)
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…musica che è già in sé drammaturgia assoluta e autosufficiente, e chi ha un barlume di intelligenza sa che la musica è prima del mondo, e che è il mondo a modellarsi sulla musica… (Quirino Principe)

Perchè Wagner va studiato

Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi (in buona misura) si possono godere senza particolari prerequisiti (studi di musica o musicologia): un buon “orecchio” e un minimo di predisposizione sono più che sufficienti per apprezzare le loro opere e godere delle infinite “perle musicali” che contengono. Poi, lo studio servirà certamente ad approfondire i particolari delle composizioni, i retroscena, i nessi causa-effetto, e in fin dei conti ad apprezzare ancor più e meglio quelle opere.

Con Wagner la cosa non funziona proprio, così come difficilmente funziona – nel campo della musica strumentale – con Mozart o Beethoven o Bruckner, per fare solo qualche nome. È francamente difficile poter comprendere ed apprezzare fino in fondo una sinfonia di Beethoven, se non si ha un minimo di conoscenza delle forme musicali, del linguaggio sinfonico e, soprattutto, del “programma interno” che sta alla base della composizione. Senza di questi, si potrà magari godere una frase musicale particolarmente accattivante (come accade, per dire, ascoltando un balletto di Ciajkovski o un walzer di Strauss) ma difficilmente si potrà raggiungere quella particolare condizione di piena e completa “conoscenza-coscienza” di quell’opera d’arte.

Le opere di Wagner (parlo qui delle sette ultime, Ring, Tristan, Meistersinger e Parsifal, ma in qualche misura ciò vale anche per Lohengrin) sono un insieme inscindibile di poema, musica e didascalie di scena, insomma: tutto ciò che troviamo scritto sulla partitura. E quindi: limitarsi ad ascoltare la musica, senza comprendere le parole che vengono cantate (o declamate) fa correre il rischio di non capir nulla (come minimo) e di annoiarsi, quando non addirittura di cadere in uno stato di esasperazione e maledire Wagner per il resto dei propri giorni, rifiutando ogni e qualunque successivo contatto. Sì, perché Wagner non scrive “musica che si serve di parole (più o meno pertinenti) per manifestarsi”; ma si esprime in parole-musica, un insieme del tutto inscindibile. Allo stesso modo, per un regista o scenografo, ignorare – o, peggio ancora, contraddire – le didascalie poste da Wagner in partitura, significa ignorare o addirittura stravolgere le intenzioni dell’autore, e distorcerne totalmente il pensiero e il messaggio artistico.

Il Ring (“L’Anello del Nibelungo”, detto volgarmente “Tetralogia”, essendo costituito da quattro opere) è certamente l’esempio più completo e palpabile della wagneriana “Gesamt-Kunst-Werk” (Opera d’Arte Totale).

daland

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