31 dic 2011

4.1.1.4 Siegfried - Atto I, Scena I - Mime e Siegfried (III)

A Mime non resta che cedere e prepararsi a raccontare la verità. Anzi, diciamo pure: quasi tutta la verità… perchè che il nano stia sempre rimuginando qualcosa nel suo testone (cosa gli dico? cosa gli taccio?) ce lo dicono in orchestra violoncelli e contrabbassi, che scandiscono il tema rimpicciolito dei Nibelunghi, mentre Mime ancora si lascia andare a vaghe rimostranze contro la scarsa riconoscenza di Siegfried.

Poi, inizia il racconto. Cosa udiamo in orchestra? Quattro strabilianti battute, che ci portano alle orecchie due temi, nati nella Walküre: quello dei Wälsi (nelle prime tre) e quello di Sieglinde (nella quarta). Abbiamo già capito che si parlerà della madre e del figlio! Ma entrambi i temi sono esposti con armonizzazioni che li intristiscono, eh sì, poiché Sieglinde sta soffrendo, e molto. Lei era finita, sola, abbandonata da tutti e incinta del suo Siegfried, in quella foresta nei pressi della caverna di Fafner, a Neidhöhle - dove l’avevano spedita Brünnhilde e sorelle nel terzo atto della Walküre, per sottrarla all’ira di Wotan – ed ora la sua gravidanza è arrivata a termine e lei deve partorire(1). In quei dipressi abbiamo visto aver preso dimora anche Mime(2), che l’ha trovata, sfinita e gemente, e l’ha portata nella sua caverna, per darle un qualche conforto(3). Ancora i due temi (Wälsi e Sieglinde) si intercalano alle parole con cui Mime descrive a Siegfried il ritrovamento della madre.

Quando gli parla della di lei gravidanza, ecco spuntare, dolcissimo, nel clarinetto, il tema dell’Amore, poiché Siegfried fu precisamente il frutto dell’amore fra i due gemelli Wälsi. E sempre su quel tema Mime prosegue la descrizione degli ultimi momenti di vita di Sieglinde, spirata subito dopo aver dato alla luce il suo piccolo. E ancora udiamo il tema dei Wälsi, sempre nel clarinetto basso, evocare allo stesso tempo la madre che trapassa e il piccolo Siegfried che viene al mondo, e il cui tema è ora esposto, dolce e piano, dai corni. Potenza dell’espressività musicale!

Il ragazzo ora chiede e si chiede: e così mia madre è morta per darmi la vita?(4) E ancora il tema dei Wälsi ne sottolinea l’accorato rimpianto. Mime cerca di attribuirsi meriti agli occhi di Siegfried, e adesso il tema dei Wälsi sembra quasi riprendere vigore, prima che il nano viri sulla sua melensa ninna-nanna (“Als zullendes Kind”) subito interrotto, ancora sul tema dei Wälsi, da Siegfried che ora chiede da dove gli venga il suo nome. Mentre il corno ne intona il tema, Mime risponde: “tua madre me lo impose” e poi ancora cerca di riprendere la sua cantilena (“Ich wärmte mit Kleiden den kleinen Wurm…”) che Siegfried bruscamente stronca, supportato dal tema dei Wälsi, chiedendo perentoriamente di conoscere il nome della madre. Ennesimo tentativo di Mime di sviare il discorso, riattaccando la solita litania (“Speise und Trank trug ich dir zu....") che stavolta il ragazzo tronca di netto, con l’aiuto dell’intera orchestra, che intona il tema dei Wälsi con una violenza inaudita, tale da spaventare per davvero il nano.

Il quale, non senza esitazioni, infine rivela a Siegfried il nome della madre, accompagnarndolo con un ipocrita “mi pare si chiamasse” Sieglinde. E ancora ha il coraggio di riprendere la sua indisponente cantilena ("Ich hütete dich wie die eigne Haut....") al che Siegfried monta sempre più in collera e - in un’atmosfera carica del tema ampliato dei Wälsi - gli intima di dirgli anche il nome del padre. Questo davvero non lo conosco, sbotta il nano, seppi solo da tua madre che cadde in battaglia (vedremo invece fra pochissimo, dalla sua corretta risposta alla prima domanda del Viandante, che Mime conosce perfettamente nome e storia di Siegmund(5)). E cerca di riprendere imperterrito la sua specie di ninna-nanna ("und wie du erwuchsest, wartet' ich dein…”) che il clarinetto basso sottolinea con il tema variato dei Nibelunghi, poiché il nano sta sempre pensando a cosa dire e non dire. Siegfried interrompe definitivamente la lagna e, sostenuto dagli archi che ricordano ed ampliano il tema della bramosia, chiede a Mime una prova di ciò che va dicendo. Ora in orchestra sentiamo il tema della sua meditazione, chè il fetentone continua a rimuginare i suoi progetti: adesso, come prova della veridicità del suo racconto, si prepara a mostrare a Siegfried i resti della Nothung, la spada di Siegmund spezzata da Wotan nella Walküre(6).

Mentre Mime spiega al ragazzo che quei frammenti di spada gli furono offerti da sua madre come ricompensa per prendersi cura di lui, l’orchestra ci chiarisce quale fosse quella spada, intonando nei corni, prima in DO maggiore, poi in FA minore, il tema di Nothung. Ma i violoncelli, insistentemente, sottolineano le parole di Mime con l’incipit del tema naturale dei Nibelunghi (le sole prime due terzine però, di cui la prima zoppa); cosa ci vuol dire qui la musica? che il nano sta disperatamente meditando sulla sua incapacità di riforgiare la spada miracolosa: questo cruccio si trasformerà letteralmente in terrore fra non molto, al termine della visita di Wotan, per intanto però comincia ad assillare la mente di Mime, poiché Siegfried gli intima precisamente di saldare quei pezzi (“Und diese Stücke sollst du mir schmieden“) e di ricostruire quella spada, che il ragazzo sente essere quella buona, non foss’altro che per essere appartenuta a suo padre. E questo sentire è espresso dalla tromba che, in SIb, espone un tema strettamente legato a quello della spada, ma che si staglia più in alto: infatti dopo aver raggiunto la mediante, vi fa un giro attorno (sottodominante-mediante-sopratonica) per poi salire alla dominante. E anche il ritmo - assai più mosso, tutto in terzine con sincopi - è davvero incalzante, come si addice all’atmosfera di emozione, di tripudio, di sovreccitazione che ha invaso anima e corpo di Siegfried.

Se sai far qualcosa di buono, allora oggi stesso mi devi saldare questa spada, e vedi di non prendermi in giro con altre ciance, urla il ragazzo al nano spaventato, e il tema della sua esuberanza esplode in modo clamoroso, mescolandosi con frammenti del tema di Nothung, che Siegfried pregusta già di impugnare (in realtà questo passo non è che l’anticipazione di quanto udiremo nella terza scena, allorquando Siegfried forgerà da se stesso la spada). Ma per farne che? gli chiede tremebondo Mime. Violini e viole quasi non gli lasciano il tempo di esporre la domanda, e con una rapidissima scalata di 29 crome, dal DO# sotto il rigo al DO tre ottave più in alto, introducono in modo memorabile l’esternazione di Siegfried, in SIb: me ne voglio andare dal bosco verso il mondo e non tornare mai più! È una melodia semplice (il motivo del Desiderio di viaggiare) in pratica quasi un’aria (orrore!) composta da tre sezioni: tonica-sopratonica-mediante-sopratonica (“Aus dem Wald fort”) sopratonica-mediante-sottodominante-mediante (“in die Welt ziehn:“) e poi dominante-sottodominante-mediante-sopratonica-tonica con salita finale e modulazione alla dominante (“nimmer kehr' ich zurück!”) e contrappuntata da frammenti del tema dell’esuberanza, che mirabilmente ci mostrano l’esaltazione di Siegfried di fronte alla prospettiva di liberarsi finalmente da ogni vincolo per affrontare con entusiasmo tutte le sfide della vita.

Tu non sei mio padre, questa non è la mia casa, ripete Siegfried a Mime sul tema del Desiderio e poi, assimilandosi al pesce che guizza giocondo nell’acqua e al fringuello che si slancia libero in volo, canta il suo proposito di andarsene, di correre via e lo fa sulle note di un altro motivo, che riudiremo spesso, quello della Libertà: sesta-dominante-sottodominante-mediante (“flieg' ich von hier”) dominante-sottodominante-mediante-sopratonica (“flute davon”). Infine saluta sprezzantemente Mime, che cerca invano di richiamarlo indietro, e se ne corre nel bosco – mentre l’orchestra letteralmente impazzisce sui due motivi del desiderio e della libertà - lasciando il malcapitato nano a disperarsi in un angolo della fucina.

E si può ben immaginare cosa passi ora per la testa di Mime: il pensiero dell’Anello! Il suo obiettivo sommo, per conquistare il quale ha dedicato tutto se stesso, ecco, adesso gli appare come il più misero e fallace dei castelli in aria! Come faccio ora a convincere Siegfried ad uccidere Fafner? E prima ancora, come faccio a saldare i frammenti di quella maledetta spada? Nessuna forgia è in grado di fondere quei pezzi, e nessuna tecnologia è capace di saldarli!(7) I temi dell’Anello e dei Nibelunghi sembrano davvero stringere Mime con un cerchio alla testa, e la sua disperata quanto amara conclusione non può cantarla altro che sul tema della Rinunzia!(8)

Ma ora arcani accordi dell’orchestra annunciano a Mime (e a noi) una inquietante presenza.
___
Note:
1. Wagner sorvola su cosa Sieglinde abbia fatto nei nove mesi appena trascorsi e su come abbia potuto campare, da sola e senza mezzi, e portare avanti la gravidanza, in un ambiente oltretutto ostile: ma il realismo magico può benissimo tollerare qualche buco a livello di banale cronaca.
2. Anche questa - Mime che si ritrova Sieglinde praticamente in casa - è una di quelle combinazioni di cui sono pieni i testi di Wagner. Non diversamente l’Holländer capita in casa di Senta proprio mentre questa - guarda caso - ha appena finito di cantare, sotto il ritratto di lui, la Ballade, nella quale ne evoca la cupa figura. Ed anche il puntualissimo arrivo di Lohengrin in difesa di Elsa (dopo un viaggio in barchetta cigno-trainata da Montsalvat alla Schelde!) si spiega solo in forza di eventi e poteri… preternaturali.
3. Come saranno andate le cose? Mime si prese cura di Sieglinde ignorandone l’identità (con ciò mostrando, almeno una volta in vita sua, un minimo di bontà d’animo) oppure solo dopo aver appreso dalla donna tutti quei retroscena per lui così interessanti?
4. Nel secondo atto, sognando sotto gli alberi della foresta, Siegfried tornerà sull’argomento delle madri che muoiono nel mettere al mondo i figli. E lo stesso peraltro accadrà alla madre di Tristan!
5. Sembrerebbe questa una (piccola) incongruenza nel racconto, ma in realtà Wagner ci spiega qui come Mime sappia malignamente usare, ai suoi fini, le informazioni in suo possesso: raccontare a Siegfried troppi dettagli sui suoi “avi” (inclusa la consanguineità dei genitori) potrebbe provocargli una “presa di coscienza” (per Mime) pericolosa, facendogli magari rinunciare all’impresa di uccidere Fafner. Viceversa, quando si tratterà di salvar la testa - nella tenzone cognitiva con il Viandante - Mime spiattellerà, a Wotan ma soprattutto a noi, tutta la “verità storica”.
6. Ci si potrebbe chiedere perché Mime abbia aspettato tanto, e solo dietro una perentoria ingiunzione di Siegfried, a raccontare al ragazzo almeno una parte della verità e a mostrargli i frammenti della spada. La prima spiegazione plausibile, ancora una volta, è che Mime temesse un “disimpegno” di Siegfried dall’operazione Fafner. La seconda risiede nella sua infinita presunzione: pensare di poter forgiare da solo una spada adeguata all’impresa. Si noti che nelle Saghe è il fabbro Regin a riforgiare la Gram di Sigmund con cui Sigurd(Siegfried) abbatterà il drago Fafnir (fratello dello stesso Regin).
7. Nella terza scena assisteremo per l’appunto al materializzarsi dei due eventi, che Mime crede impossibili: Siegfried saprà attizzare un fuoco gigantesco, sufficiente a fondere il metallo; e sarà poi in grado lui stesso di colare il metallo fuso nella forma per poi temprarlo.
8. In effetti la situazione per Mime è critica, ma non proprio disperata. Poiché di certo Siegfried se la prenderebbe a morte con lui, se lui non gli fornisse la Nothung riparata, ma allo stesso tempo, senza la Nothung, il ragazzo non avrebbe lo strumento con cui fuggirsene da lui, per andare a cercar fortuna in giro per il mondo. Vedremo come Wagner - alla fine dell’Atto - scioglierà questo possibile stallo in maniera geniale (oltre che innovativa, rispetto alle Saghe): promuovendo Siegfried a tecnologo autodidatta e permettendo così a Mime di costruirsi altri castelli in aria.

Nessun commento:

Powered By Blogger
Helle Flammen scheinen in dem Saal der Götter aufzuschlagen. Als die Götter von den Flammen gänzlich verhüllt sind, fällt der Vorhang.
(Chiare fiamme sembrano prorompere nella sala degli dèi. Come gli dèi sono dalle fiamme totalmente avvolti, cade il sipario.)
(Götterdämmerung – L’ultima immagine del Ring)
*****
fram sé ec lengra um ragna röc (da lontano scorgo il destino degli dèi)
(Edda Poetica – Völuspá - Profezia della Veggente)
*****
orð mér af orði orðs leitaði (parola da parola mi condusse a parole)
(Edda Poetica – Hávamál – Píslir og rúnir, Discorso Runico di Odin)
*****
Il principio degli esseri è l'infinito… in ciò da cui gli esseri traggono la loro origine, ivi si compie altresì la loro dissoluzione, secondo necessità: infatti reciprocamente scontano la pena e pagano la colpa commessa, secondo l'ordine del tempo... (Anassimandro, 600 A.C.)
*****
L'"intento" degli dèi sarebbe compiuto quand'essi giungessero ad annullarsi nella creazione dell'uomo, quando cioè essi si spogliassero d'ogni influsso immediato sopra la libertà della coscienza umana. (RW: Abbozzo in prosa del 1848)
*****
La tetralogia L'Anello del Nibelungo può considerarsi un'epopea cosmogonica la cui prima e la cui ultima parola è l'elemento assoluto manifesto e pensabile come «acqua» ed esprimibile come «musica» cioè suono del beato silenzio: è l'enorme pedale in MI bemolle, di cui la tonica isolata è sostenuta per molte battute, al principio della prima Giornata del dramma, L'Oro del Reno, ed è la frase finale di due battute sull'accordo di terza di RE bemolle, al termine dell'ultima Giornata, Il Crepuscolo degli dei. (Augusto Hermet 1889-1954 - “La Parola Originaria”)
*****
…musica che è già in sé drammaturgia assoluta e autosufficiente, e chi ha un barlume di intelligenza sa che la musica è prima del mondo, e che è il mondo a modellarsi sulla musica… (Quirino Principe)

Perchè Wagner va studiato

Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi (in buona misura) si possono godere senza particolari prerequisiti (studi di musica o musicologia): un buon “orecchio” e un minimo di predisposizione sono più che sufficienti per apprezzare le loro opere e godere delle infinite “perle musicali” che contengono. Poi, lo studio servirà certamente ad approfondire i particolari delle composizioni, i retroscena, i nessi causa-effetto, e in fin dei conti ad apprezzare ancor più e meglio quelle opere.

Con Wagner la cosa non funziona proprio, così come difficilmente funziona – nel campo della musica strumentale – con Mozart o Beethoven o Bruckner, per fare solo qualche nome. È francamente difficile poter comprendere ed apprezzare fino in fondo una sinfonia di Beethoven, se non si ha un minimo di conoscenza delle forme musicali, del linguaggio sinfonico e, soprattutto, del “programma interno” che sta alla base della composizione. Senza di questi, si potrà magari godere una frase musicale particolarmente accattivante (come accade, per dire, ascoltando un balletto di Ciajkovski o un walzer di Strauss) ma difficilmente si potrà raggiungere quella particolare condizione di piena e completa “conoscenza-coscienza” di quell’opera d’arte.

Le opere di Wagner (parlo qui delle sette ultime, Ring, Tristan, Meistersinger e Parsifal, ma in qualche misura ciò vale anche per Lohengrin) sono un insieme inscindibile di poema, musica e didascalie di scena, insomma: tutto ciò che troviamo scritto sulla partitura. E quindi: limitarsi ad ascoltare la musica, senza comprendere le parole che vengono cantate (o declamate) fa correre il rischio di non capir nulla (come minimo) e di annoiarsi, quando non addirittura di cadere in uno stato di esasperazione e maledire Wagner per il resto dei propri giorni, rifiutando ogni e qualunque successivo contatto. Sì, perché Wagner non scrive “musica che si serve di parole (più o meno pertinenti) per manifestarsi”; ma si esprime in parole-musica, un insieme del tutto inscindibile. Allo stesso modo, per un regista o scenografo, ignorare – o, peggio ancora, contraddire – le didascalie poste da Wagner in partitura, significa ignorare o addirittura stravolgere le intenzioni dell’autore, e distorcerne totalmente il pensiero e il messaggio artistico.

Il Ring (“L’Anello del Nibelungo”, detto volgarmente “Tetralogia”, essendo costituito da quattro opere) è certamente l’esempio più completo e palpabile della wagneriana “Gesamt-Kunst-Werk” (Opera d’Arte Totale).

daland

Mani-avanti / Disclaimer

Questo blog non è, nè vuol essere, nè intende diventare, una testata giornalistica. Viene aggiornato senza alcuna periodicità, a mera discrezione dell’autore.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Con l'atto della pubblicazione, l'autore di ciascun commento dichiara la propria esclusiva responsabilità per i contenuti dello stesso, sollevando questo blog ed il suo autore da ogni e qualsivoglia responsabilità.
Tutti i contenuti del blog sono prodotti ai soli fini divulgativi e di analisi critica; nel caso di violazione del diritto di copyright saranno immediatamente rimossi previa comunicazione da parte del titolare.

Any copyrighted material on these pages is included as "fair use", for the purpose of study, review or critical analysis only, and will be removed at the request of copyright owner(s).