Wotan comincia, sommessamente, a parlare... “Als junger Liebe…” Racconta della sua gioventù, di come - essendosi “stancato” dell’Amore - si sia dato alla ricerca del Potere e sia arrivato ad essere il capo del mondo, fondandone le leggi(1) e di come sia stato attirato dalla malizia di Loge(2), che ora se n’è scappato chissà dove(3).
“Von der Liebe doch mocht‘ ich nicht lassen…“, il potere non mi ha distolto però dall‘amore, cui ho continuato ad anelare. Wotan ci fa notare qui la differenza profonda fra la sua condizione (lui cerca di contemperare potere e amore, sia pure extraconiugale) con quella di Alberich, che invece ha maledetto l‘amore per ottenere il potere, rubando l‘oro del Reno(4). Sulle parole “…und mit ihm masslose Macht“, i fagotti ripropongono il tema dell’anello (con le sue terze discendenti e poi ascendenti, proprio a formare un cerchio!)
“Den Ring den er schuf…“, l‘anello che Alberich si forgiò, io glielo rubai, ma invece di riconsegnarlo alle figlie del Reno, lo diedi ai Giganti, come pegno per la costruzione del Walhall. E dal “Burg”, si alza, manco a dirlo, nei tromboni e nelle tube, un frammento del marziale tema della rocca: tre misure - modulanti da LA a DO maggiore - ne condensano la storia, fino al presente (“...aus der ich der Welt nun Gebot“). Qui le viole intonano un altro tema che viene da lontano, cioè dal Rheingold: quello, ascendente, delle Norne, che sappiamo essere derivato a sua volta, per trasposizione in modo minore, da quello della nascita del mondo.
Wotan continua, ricordando l‘ammonimento di Erda (la madre terra) nel Rheingold, di guardarsi dall‘anello, e della fine incombente (pezzi del tema del Patto vagano nei fagotti e violoncelli). Ci dice che poi è tornato da Erda, da cui ha avuto in figlia proprio Brünnhilde. Attenzione qui ad un particolare, piccolo ma, come sempre, illuminante: Wotan canta “der Welt weisestes Weib gebar mir, Brünnhilde, dich” la più saggia donna al mondo mi generò, Brünnhilde, te. Su quali note? Fino al “mir” sono le stesse, ovviamente trasposte in ritmo e tonalità (qui MI minore) del tema di Siegfried! “Brünnhilde, dich” (in MI maggiore) invece replica la chiusa del Walhall. Insomma, qui c’è condensato - proprio in poche battute - mezzo Ring!
Prosegue Wotan, agitandosi: ti ho allevata con altre otto sorelle (si ode infatti, poco dopo, il tema della cavalcata) destinate a portare nel Walhall gli eroi morti in battaglia (per far da difesa contro le mire espansionistiche di Alberich e dei suoi). Vediamo a qual punto di cinismo e anche di disprezzo della vita umana fosse arrivato Wotan, sotto l’ossessione del pericolo nibelungico: sottomettere gli uomini con patti truffaldini, poi spingerli per tramite delle Valchirie a farsi guerra tra loro, in modo da selezionare i morti più valorosi per reclutarli come guardie del Walhall! E sulle sezioni ascendenti del tema della rocca, qui in LA maggiore, Brünnhilde conferma di averne effettivamente portati molti, ma ora cosa è che preoccupa il padre? (“Was macht dir nun Sorge…”, dopo che il LA del Walhall ha modulato a DO maggiore).
Preceduto dal tema delle Norne, Wotan riprende il suo racconto: “Ein Andres ist’s…”: è Alberich che lo preoccupa, ma non le sue orde, ad affrontare le quali bastano e avanzano gli eroi raccolti nel Walhall, bensì il fatto che possa tornare ad impadronirsi dell’anello (il cui tema ricompare nelle tube prima delle parole “Nur wenn je den Ring zurück er gewänne…”) e con quello plagiare gli eroi del Walhall ed aizzarli a combattere il loro stesso dio!
Perciò Wotan vorrebbe strappare l’anello al gigante Fafner che lo custodisce: ma come fa il custode della legge a rubare qualcosa che lui stesso ha dato in pegno, a seguito di regolare contratto? Sulle parole “Doch mit wem ich vertrug…” i violoncelli e i contrabbassi ci ripropongono il tema del patto coi Giganti, che poco prima i timpani ci avevano fugacemente ricordati, attraverso il loro martellante tema(5).
“Von der Liebe doch mocht‘ ich nicht lassen…“, il potere non mi ha distolto però dall‘amore, cui ho continuato ad anelare. Wotan ci fa notare qui la differenza profonda fra la sua condizione (lui cerca di contemperare potere e amore, sia pure extraconiugale) con quella di Alberich, che invece ha maledetto l‘amore per ottenere il potere, rubando l‘oro del Reno(4). Sulle parole “…und mit ihm masslose Macht“, i fagotti ripropongono il tema dell’anello (con le sue terze discendenti e poi ascendenti, proprio a formare un cerchio!)
“Den Ring den er schuf…“, l‘anello che Alberich si forgiò, io glielo rubai, ma invece di riconsegnarlo alle figlie del Reno, lo diedi ai Giganti, come pegno per la costruzione del Walhall. E dal “Burg”, si alza, manco a dirlo, nei tromboni e nelle tube, un frammento del marziale tema della rocca: tre misure - modulanti da LA a DO maggiore - ne condensano la storia, fino al presente (“...aus der ich der Welt nun Gebot“). Qui le viole intonano un altro tema che viene da lontano, cioè dal Rheingold: quello, ascendente, delle Norne, che sappiamo essere derivato a sua volta, per trasposizione in modo minore, da quello della nascita del mondo.
Wotan continua, ricordando l‘ammonimento di Erda (la madre terra) nel Rheingold, di guardarsi dall‘anello, e della fine incombente (pezzi del tema del Patto vagano nei fagotti e violoncelli). Ci dice che poi è tornato da Erda, da cui ha avuto in figlia proprio Brünnhilde. Attenzione qui ad un particolare, piccolo ma, come sempre, illuminante: Wotan canta “der Welt weisestes Weib gebar mir, Brünnhilde, dich” la più saggia donna al mondo mi generò, Brünnhilde, te. Su quali note? Fino al “mir” sono le stesse, ovviamente trasposte in ritmo e tonalità (qui MI minore) del tema di Siegfried! “Brünnhilde, dich” (in MI maggiore) invece replica la chiusa del Walhall. Insomma, qui c’è condensato - proprio in poche battute - mezzo Ring!
Prosegue Wotan, agitandosi: ti ho allevata con altre otto sorelle (si ode infatti, poco dopo, il tema della cavalcata) destinate a portare nel Walhall gli eroi morti in battaglia (per far da difesa contro le mire espansionistiche di Alberich e dei suoi). Vediamo a qual punto di cinismo e anche di disprezzo della vita umana fosse arrivato Wotan, sotto l’ossessione del pericolo nibelungico: sottomettere gli uomini con patti truffaldini, poi spingerli per tramite delle Valchirie a farsi guerra tra loro, in modo da selezionare i morti più valorosi per reclutarli come guardie del Walhall! E sulle sezioni ascendenti del tema della rocca, qui in LA maggiore, Brünnhilde conferma di averne effettivamente portati molti, ma ora cosa è che preoccupa il padre? (“Was macht dir nun Sorge…”, dopo che il LA del Walhall ha modulato a DO maggiore).
Preceduto dal tema delle Norne, Wotan riprende il suo racconto: “Ein Andres ist’s…”: è Alberich che lo preoccupa, ma non le sue orde, ad affrontare le quali bastano e avanzano gli eroi raccolti nel Walhall, bensì il fatto che possa tornare ad impadronirsi dell’anello (il cui tema ricompare nelle tube prima delle parole “Nur wenn je den Ring zurück er gewänne…”) e con quello plagiare gli eroi del Walhall ed aizzarli a combattere il loro stesso dio!
Perciò Wotan vorrebbe strappare l’anello al gigante Fafner che lo custodisce: ma come fa il custode della legge a rubare qualcosa che lui stesso ha dato in pegno, a seguito di regolare contratto? Sulle parole “Doch mit wem ich vertrug…” i violoncelli e i contrabbassi ci ripropongono il tema del patto coi Giganti, che poco prima i timpani ci avevano fugacemente ricordati, attraverso il loro martellante tema(5).
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Note:
1. Wagner riprende qui il mito dell’Odin “caucasico”, che si autoimmola per nove notti appeso all’albero Yggdrasil, e poi cede perfino un occhio, per conquistare sapienza e divinità.
2. Wagner sembra voler attribuire a Loge un ruolo davvero determinante in tutte le vicende planetarie! Nella terza scena del Rheingold abbiamo saputo come il dio del fuoco avesse fatto comunella con Alberich, molto prima di associarsi, per così dire, a Wotan.
3. Ma vedremo che Wotan lo richiamerà perentoriamente in servizio, alla fine dell’opera!
4. Per la verità sappiamo che Alberich ha rinunciato all’Amore in conseguenza di una autentica costrizione...
5. Notiamo qui come Wotan parli a Brünnhilde di Fafner e del tesoro, ma senza precisare che il gigante si è trasformato in drago. Nell’Atto III, Schwertleite mostrerà invece di conoscere anche questo particolare, piuttosto importante nell’economia del Ring, e ignoto a Brünnhilde medesima, come dobbiamo constatare. Quindi: ci troviamo di fronte ad un’altra piccola incongruenza in cui Wagner incappa, sempre dovuta alle immani dimensioni della trama ed alle modalità con cui furono scritti i poemi del Ring.
1. Wagner riprende qui il mito dell’Odin “caucasico”, che si autoimmola per nove notti appeso all’albero Yggdrasil, e poi cede perfino un occhio, per conquistare sapienza e divinità.
2. Wagner sembra voler attribuire a Loge un ruolo davvero determinante in tutte le vicende planetarie! Nella terza scena del Rheingold abbiamo saputo come il dio del fuoco avesse fatto comunella con Alberich, molto prima di associarsi, per così dire, a Wotan.
3. Ma vedremo che Wotan lo richiamerà perentoriamente in servizio, alla fine dell’opera!
4. Per la verità sappiamo che Alberich ha rinunciato all’Amore in conseguenza di una autentica costrizione...
5. Notiamo qui come Wotan parli a Brünnhilde di Fafner e del tesoro, ma senza precisare che il gigante si è trasformato in drago. Nell’Atto III, Schwertleite mostrerà invece di conoscere anche questo particolare, piuttosto importante nell’economia del Ring, e ignoto a Brünnhilde medesima, come dobbiamo constatare. Quindi: ci troviamo di fronte ad un’altra piccola incongruenza in cui Wagner incappa, sempre dovuta alle immani dimensioni della trama ed alle modalità con cui furono scritti i poemi del Ring.
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