Su un poderoso accordo di RE maggiore di tutti gli altri fiati e sostenuto dalle volute degli archi e del flauto (che suonano qui, per tre volte, partendo da dominante, mediante e tonica, una figurazione che verrà ripetuta nel seguito e in particolare all’ultimo dispiegarsi della giustificazione) il tema della cavalcata compare adesso in trombe, tromboni e tuba, forte e maestoso, esclusivamente arpeggiando sulla triade di RE, proprio come a scortare compostamente e solennemente la Valchiria verso il sacrario in cui verrà addormentata. Poi, fortissimo nei fiati alti, ecco il tema del sonno, che porta – con una discesa che ricorda il Patto e una successiva impennata - allo struggente addio di Wotan:
“Leb’wohl, du kühnes, herrliches Kind “, addio, tu audace, superba bimba!
“Du, meines Herzens heiligster Stolz”, tu, il più sacro orgoglio del mio cuore!
“Leb’wohl, Leb’wohl, Leb’wohl”, addio, addio, addio…
È questo uno dei momenti più straordinari di tutto il Ring!
I tre ultimi Leb’wohl sono cantati a partire da note sempre più alte (SI, DO#, RE) ad esprimere il crescente magone che attanaglia il dìo. E l’ultimo – significativamente – è costituito da una seconda minore discendente (RE-DO#) proprio a mostrarci l’autentica frustrazione che Wotan prova nel doversi separare definitivamente dalla figlia prediletta.
Ora inizia un altro struggente passaggio (molto appassionatamente, reca l’agogica) “Muss ich dir meiden…”, accompagnato dal tema del sonno, in cui Wotan esprime il suo grande cruccio per doversi, controvoglia malgrado tutto, staccare dalla creatura più amata. La prima frase è in DO# minore, la seconda (“sollst du nun nicht mehr…“) in RE minore; poi si torna al MI, su cui Wotan intona: “Ein brautliches Feuer…”, un fuoco nuziale ti avvolga, come mai avvolse una sposa! (quartine e quintine degli archi anticipano il tema dell’incantesimo del fuoco). Adesso è il tema di Siegfried, nei corni, fagotti e tromba bassa, che sostiene Wotan nel confermarci (“Denn Einer nur freie die Braut…”) che a liberare la sposa sarà un uomo più libero di quanto sia lui, che pure è dio!
E, mentre stringe a lungo la figlia, scivolata fra le sue braccia, il tema della giustificazione risuona un’ultima volta, in MI maggiore, ma straordinariamente dilatato, intercalato da emozionanti sospensioni degli archi (la figurazione apparsa poco fa, sul tema della cavalcata) esaltato, ampliato, in armonizzazioni sempre diverse, fino a sfociare, mentre Brünnhilde rivolge un ultimo tenero sguardo al padre, nel tema, qui davvero maestoso, del sonno, che ormai Wotan si appresta a trasmettere.
“Der Augen leuchtendes Paar…”, Wotan intona l’addio definitivo a quei due occhi, che aveva tante volte baciato sorridendo… Il tema, nel suo incipit, è parente stretto di quello di Siegfried, di cui varia la melodia, mantenendone la struttura ritmica; quasi a creare un’ideale continuità fra il dio e il nipote, che ne prenderà anche fisicamente il posto, allorquando stringerà fra le sue braccia la Valchiria ridestata…
“Zum lezten Mal…”, per l’ultima volta darò il bacio dell’addio. E poi, ancora, sul placido MI maggiore del sonno: “Dem glücklichern Manne glänze sein Stern…”, che la sua stella risplenda all’uomo fortunato che la sveglierà, mentre (modulazione in minore) i suoi occhi si chiudono per il dio infelice! I tromboni esalano ancora il fatidico “perché?”, e subito si alza, dolente, nei corni e nel corno inglese, il tema della rinunzia, mentre Wotan, stringendo con entrambe le mani il capo della figlia, canta la sua straziante pena: “Denn so kehrt der Gott sich dir ab, so küsst er die Gottheit von dir!”, letteralmente “Il dio si allontana da te, e bacia via la divinità dai tuoi occhi” (quale meravigliosa poesia in questa immagine!)(1) mentre risuona, tenue e narcotizzante, il tema della magìa del sonno.
Ancora una parte del tema del Walhall per rendere onore alla fanciulla, ormai addormentata, cullata dal dolce tema del sonno(2), che gli archi ora “amalgamano” mirabilmente con quello dell’addio, mentre Wotan le chiude l’elmo e la copre con il grande scudo da Valchiria.
Adesso Brünnhilde dorme, e ancora, per due volte, gli ottoni si chiedono “perchè?” (esponendo il tema dell’enigma) mentre Wotan getta uno sguardo doloroso sulla figlia. Poi il dio si appresta a mettere il suo sigillo definitivo, sostenuto in ciò, nei tromboni e nel contrabbasso-tuba, dal tema del Patto, ormai completamente “restaurato” e ritornato - attenzione, perché adesso Brünnhilde è stata resa inoffensiva! - all’originale, antica e monotona severità.
___
Note:
1. Wagner in ciò supera di parecchie spanne la versione di Saemund, secondo il quale, nella citata Sigrdrifumol, Odin addormenta la Valchiria pungendole gli occhi con una “spina del sonno”.
2. A proposito, i musicologi hanno scoperto che i temi della magìa e del sonno sono “presi“ rispettivamente da Cherubini e Schumann; abbiamo avuto modo di notare come il tema del sonno sia costruito con le prime cinque note del "Weia, Waga…" di Woglinde nel Rheingold.
“Leb’wohl, du kühnes, herrliches Kind “, addio, tu audace, superba bimba!
“Du, meines Herzens heiligster Stolz”, tu, il più sacro orgoglio del mio cuore!
“Leb’wohl, Leb’wohl, Leb’wohl”, addio, addio, addio…
È questo uno dei momenti più straordinari di tutto il Ring!
I tre ultimi Leb’wohl sono cantati a partire da note sempre più alte (SI, DO#, RE) ad esprimere il crescente magone che attanaglia il dìo. E l’ultimo – significativamente – è costituito da una seconda minore discendente (RE-DO#) proprio a mostrarci l’autentica frustrazione che Wotan prova nel doversi separare definitivamente dalla figlia prediletta.
Ora inizia un altro struggente passaggio (molto appassionatamente, reca l’agogica) “Muss ich dir meiden…”, accompagnato dal tema del sonno, in cui Wotan esprime il suo grande cruccio per doversi, controvoglia malgrado tutto, staccare dalla creatura più amata. La prima frase è in DO# minore, la seconda (“sollst du nun nicht mehr…“) in RE minore; poi si torna al MI, su cui Wotan intona: “Ein brautliches Feuer…”, un fuoco nuziale ti avvolga, come mai avvolse una sposa! (quartine e quintine degli archi anticipano il tema dell’incantesimo del fuoco). Adesso è il tema di Siegfried, nei corni, fagotti e tromba bassa, che sostiene Wotan nel confermarci (“Denn Einer nur freie die Braut…”) che a liberare la sposa sarà un uomo più libero di quanto sia lui, che pure è dio!
E, mentre stringe a lungo la figlia, scivolata fra le sue braccia, il tema della giustificazione risuona un’ultima volta, in MI maggiore, ma straordinariamente dilatato, intercalato da emozionanti sospensioni degli archi (la figurazione apparsa poco fa, sul tema della cavalcata) esaltato, ampliato, in armonizzazioni sempre diverse, fino a sfociare, mentre Brünnhilde rivolge un ultimo tenero sguardo al padre, nel tema, qui davvero maestoso, del sonno, che ormai Wotan si appresta a trasmettere.
“Der Augen leuchtendes Paar…”, Wotan intona l’addio definitivo a quei due occhi, che aveva tante volte baciato sorridendo… Il tema, nel suo incipit, è parente stretto di quello di Siegfried, di cui varia la melodia, mantenendone la struttura ritmica; quasi a creare un’ideale continuità fra il dio e il nipote, che ne prenderà anche fisicamente il posto, allorquando stringerà fra le sue braccia la Valchiria ridestata…
“Zum lezten Mal…”, per l’ultima volta darò il bacio dell’addio. E poi, ancora, sul placido MI maggiore del sonno: “Dem glücklichern Manne glänze sein Stern…”, che la sua stella risplenda all’uomo fortunato che la sveglierà, mentre (modulazione in minore) i suoi occhi si chiudono per il dio infelice! I tromboni esalano ancora il fatidico “perché?”, e subito si alza, dolente, nei corni e nel corno inglese, il tema della rinunzia, mentre Wotan, stringendo con entrambe le mani il capo della figlia, canta la sua straziante pena: “Denn so kehrt der Gott sich dir ab, so küsst er die Gottheit von dir!”, letteralmente “Il dio si allontana da te, e bacia via la divinità dai tuoi occhi” (quale meravigliosa poesia in questa immagine!)(1) mentre risuona, tenue e narcotizzante, il tema della magìa del sonno.
Ancora una parte del tema del Walhall per rendere onore alla fanciulla, ormai addormentata, cullata dal dolce tema del sonno(2), che gli archi ora “amalgamano” mirabilmente con quello dell’addio, mentre Wotan le chiude l’elmo e la copre con il grande scudo da Valchiria.
Adesso Brünnhilde dorme, e ancora, per due volte, gli ottoni si chiedono “perchè?” (esponendo il tema dell’enigma) mentre Wotan getta uno sguardo doloroso sulla figlia. Poi il dio si appresta a mettere il suo sigillo definitivo, sostenuto in ciò, nei tromboni e nel contrabbasso-tuba, dal tema del Patto, ormai completamente “restaurato” e ritornato - attenzione, perché adesso Brünnhilde è stata resa inoffensiva! - all’originale, antica e monotona severità.
___
Note:
1. Wagner in ciò supera di parecchie spanne la versione di Saemund, secondo il quale, nella citata Sigrdrifumol, Odin addormenta la Valchiria pungendole gli occhi con una “spina del sonno”.
2. A proposito, i musicologi hanno scoperto che i temi della magìa e del sonno sono “presi“ rispettivamente da Cherubini e Schumann; abbiamo avuto modo di notare come il tema del sonno sia costruito con le prime cinque note del "Weia, Waga…" di Woglinde nel Rheingold.
Nessun commento:
Posta un commento