Sieglinde - la figlia che Wotan, nel giro di pochi secondi, ha reso doppiamente vedova (di Siegmund e subito dopo di Hunding!) - incinta di Siegfried, è stata fatta riparare, recando con sé i frammenti della spada Nothung, vicino a Neidhöhle, il bosco ai cui margini Fafner, trasformatosi in drago, custodisce il tesoro di Alberich, cedutogli da Wotan come ricompensa per la costruzione del Walhall.
Wotan, perduto drammaticamente Siegmund, ha compreso di non avere più prospettive e si sta ormai rassegnando alla propria inevitabile fine, assumendo per sè il ruolo di mero osservatore delle vicende planetarie.
Sul fronte “nemico”, Alberich ha messo al mondo un erede (Hagen) anagraficamente di poco più anziano di Siegfried, che però incontreremo solo nell’opera successiva, alla corte dei fratellastri ghibicunghi(1).
La Valchiria Brünnhilde giace addormentata su una roccia, circondata dal fuoco, per volere del padre Wotan, che ne ha punito così la disobbedienza. Solo un eroe che non tema la Lancia del dio potrà ridestarla, per farla sua.
Questo è lo “scenario storico”(2) nel quale si apre la seconda giornata del Ring, dove incontriamo subito due componenti di una insolita famiglia: Mime e Siegfried.
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Note:
1. Lui non merita proprio che gli si dedichi – per ora - neanche un cenno: a differenza di Siegfried, Hagen è fondamentalmente un vile, capace solo di tessere intrighi e ammazzare a tradimento, non certo di grandi imprese - se pur negative - come quelle del padre.
2. Buona parte delle vicende del Ring (escludendo la Walküre) è mirabilmente concentrata da Snorri nella Skaldskaparmal (capitoli XXXIX, XL e XLI della traduzione inglese di Brodeur, o anche in “Niflungs & Giukungs” della traduzione Anderson). Dopo le avventure di Odin e Loki presso Hreidmar e i di lui figli Fafnir e Regin, che abbiamo visto riprese da Wagner nel Rheingold, vi si trova tutta la storia di Sigurdr(Siegfried): dall’apprendistato presso Regin, all’uccisione del drago Fafnir e di Regin medesimo, alla scoperta (senza attraversamento di fuoco, almeno la prima volta, al contrario della versione di Saemund nella Sigrdrifumol!) di Brynhildr(Brünnhilde) che formano oggetto del wagneriano Siegfried; e poi fino all’assurda trama presso Gjùki (re dei Ghibicunghi) con Högni(Hagen) Gunnar(Gunther) e Gudrùn(Gutrune) che Wagner ha collocato nel Götterdämmerung. La Völsunga Saga riprende in buona parte tutte queste vicende, a loro volta ulteriormente rivedute e rimaneggiate nel Nibelungenlied. Le vicende del Siegfried sono descritte in versi da
Saemund (Edda antica) nella Fáfnismál
in
particolare.
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