Finita una scena pesante, ne comincia subito un‘altra che è forse anche peggio… perciò non resta che prepararsi a soffrire ancora, oppure - per soffrire un pò meno e magari godere di più - studiare e capire!
Dapprima Wotan farà un lungo riepilogo dei fatti trascorsi (ciò che si è già visto e udito nel Rheingold) poi aggiungerà le notizie dell‘ultima ora (che sono - purtroppo per lui - sempre peggiori, per quanto attiene al suo disegno di riconquista dell‘anello). Infine, disperato, deciderà addirittura di affrettare la propria fine (ma sappiamo che ci vorranno ancora - per nostra fortuna! - due opere e mezza prima che ciò si consumi…) purchè cessino l‘angoscia e l‘inferno che si porta dentro.
Dapprima Wotan farà un lungo riepilogo dei fatti trascorsi (ciò che si è già visto e udito nel Rheingold) poi aggiungerà le notizie dell‘ultima ora (che sono - purtroppo per lui - sempre peggiori, per quanto attiene al suo disegno di riconquista dell‘anello). Infine, disperato, deciderà addirittura di affrettare la propria fine (ma sappiamo che ci vorranno ancora - per nostra fortuna! - due opere e mezza prima che ciò si consumi…) purchè cessino l‘angoscia e l‘inferno che si porta dentro.
Riassunti e rievocazioni
Prima di analizzare un pò più da vicino la scena, sarà il caso di far notare un procedimento che Wagner usa qui per la prima volta (e che ritroveremo in seguito, nelle successive giornate): la presentazione, ad opera di uno o più personaggi, di fatti accaduti nel passato e già descritti, in cronaca diretta, in precedenti opere del ciclo.
L’elenco di tali circostanze è abbastanza lungo, ma ci limiteremo a citare quelle principali, che sono:
1. il racconto di Wotan a Brünnhilde, che ci apprestiamo a seguire,
2. la “tenzone di conoscenza” fra il Viandante-Wotan e Mime, nella seconda scena di Siegfried,
3. il racconto delle Norne, nel prologo di Götterdämmerung.
Come è logico, tali rievocazioni ci vengono proposte all’inizio dell’Opera in questione, o comunque prima della presentazione di fatti che devono necessariamente trovare riferimento e causa in qualcosa di preesistente agli stessi. Ciò ha una spiegazione, per così dire, operativa e tecnica, da mettere in relazione con la sequenza di scrittura dei poemi del Ring; sappiamo che Wagner li compose a ritroso (salvo Rheingold-Walküre), aggiungendo di volta in volta una nuova opera a quelle già terminate: da qui la necessità di introdurre il riepilogo (necessario alla comprensione dell’opera in oggetto) di antefatti, che poi venivano però più o meno dettagliatamente descritti e vissuti nell’opera successiva (nella stesura del poema) ma antecedente (nella cronologia dei fatti medesimi).
Vedremo a suo tempo come il racconto delle Norne, che fu scritto per primo, e quando ancora il Ring non era stato concepito, dovesse necessariamente riportarci dei riferimenti e dei particolari utili ad introdurci alle vicende della Siegfrieds Tod. Parte delle notizie ivi comprese - oltre alla profezia dell’imminente e “bruciante” fine degli dèi - sono relative a fatti anteriori allo stesso Rheingold (Wotan che beve alla fonte sotto l’Yggdrasil e ricava una lancia dal frassino). Poi le Norne ripercorrono - come farà più o meno Wagner nella stesura dei poemi - la storia a ritroso, partendo dai fatti più recenti: quindi ricordando dapprima l’incontro-scontro fra Wotan e Siegfried, poi la Valchiria circondata dal fuoco, e infine Alberich che strappa l’oro del Reno.
Parimenti, le notizie che apprenderemo dal confronto Viandante-Mime all’inizio del Siegfried, ci danno particolari (apparentemente) più precisi su alcuni fatti già noti a chi ha ascoltato Rheingold (chi abita il mondo: sotterraneo, terreno e soprannaturale) e Walküre (i Wälsi, Siegmund e Sieglinde, la spada infranta).
Possiamo azzardare qualche ipotesi sulle ragioni che portarono Wagner a non espungere tali riassunti, una volta completato il ciclo dei quattro poemi? La prima è di ordine pratico: nei primi anni ’50 dell’800, Wagner era ben convinto - e tutta la storia successiva lo conferma - che ciascuna opera dovesse essere comunque “chiusa in se stessa” e separatamente rappresentabile (l’idea di avere un suo Festspielhaus dove concentrare in quattro giorni tutto il Ring non arrivava ancora a passargli per la testa(1)); da qui l’inevitabilità della proposizione di antefatti.
La seconda è però più profonda e strettamente legata alla concezione wagneriana del dramma musicale e dell’impiego dei leit-motive: la presenza di riepiloghi, riassunti, richiami di avvenimenti precedenti, dà un’occasione in più a Wagner di sfoderare tutta la sua maestrìa nel riproporci temi già noti sotto nuove forme, con diverse sfumature, con caratterizzazioni particolari; insomma, non si tratta mai di pure, stucchevoli e alla lunga noiose, ripetizioni, ma sempre di geniali variazioni (di ritmo, modalità, tempo, agogica, armonizzazione) applicate ai leit-motive per mostrarci le diverse prospettive con cui fatti e personaggi possono essere visti e rivissuti a distanza.
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Note:
1. Oggi qualche bizzarro amante delle classifiche del Guinness si cimenta in improbabili maratone, del tipo “Il Ring tutto d’un fiato”: la cosa fa il paio, all’estremità opposta, con le esecuzioni in concerto dei drammi wagneriani distribuita, atto per atto, su serate diverse.
1. Oggi qualche bizzarro amante delle classifiche del Guinness si cimenta in improbabili maratone, del tipo “Il Ring tutto d’un fiato”: la cosa fa il paio, all’estremità opposta, con le esecuzioni in concerto dei drammi wagneriani distribuita, atto per atto, su serate diverse.
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