Ma chi sta ragionando molto concretamente sono i due giganti, e soprattutto Fafner: “Glaub mir…” dice al fratello, dai retta a me, l’oro è molto meglio di Freia (il cui tema rimuginano i violoncelli, ma senza mai completarlo, guarda un pò…) con quello si può avere tutto, compresa l’eterna giovinezza; ed infatti il tema delle mele d’oro fa capolino nei corni, subito seguito nella tromba da quello dell’oro (in SOL minore, a cadenzare sul RE) per spiegarci la stretta connessione che si può stabilire tra le due cose… Il protervo tema dei giganti ora sottolinea l’ultimatum di Fafner (è decisamente lui a prendere ormai l’iniziativa…): “Hör, Wotan…”, ascolta la nostra proposta, Wotan: lasciamo libera Freia, in cambio del rosso oro di Alberich!
Wotan si schermisce: come posso darvi ciò che non ho?
Ancora sul truce tema dei giganti, Fafner insiste: “Schwer baute…”, duro lavoro fu necessario a costruire la rocca (in corni e fagotti: tema del Walhall, in minore!) mentre a te dovrebbe essere facile, usando la furbizia, mettere nel sacco il Nibelungo (e il tema dell’astuzia di Loge, forma discendente, fa apparizione, per un attimo, a testimoniare del ruolo del consigliere, e quasi a farci presentire che sarà proprio lui, Loge, a ingannare Alberich, nella prossima scena…)
Wotan non ci sta, non vuole imbarcarsi in un’impresa rischiosa, per poi cederne i frutti ai giganti, e allora Fasolt, preceduto da un crescendo in tremolo degli archi sul tema di Freia, che sfocia in secchi colpi, a rappresentare il montare della sua ira e l’esaurirsi della sua pazienza, tronca bruscamente la trattativa: “Hierher, Maid! In uns’re Macht!”, qui, ragazza, in mano nostra!
“Wehe!, Wehe!” grida Freia, sul tema della schiavitù, mentre Fafner, col benestare del Patto (il cui tema risuona nelle viole e violoncelli) annuncia che lui e il fratello aspetteranno ancora fino a sera di avere in cambio l’oro. Fasolt conclude: “Zu End ist die Frist…”, e poi sarà nostra per sempre!
Wotan si schermisce: come posso darvi ciò che non ho?
Ancora sul truce tema dei giganti, Fafner insiste: “Schwer baute…”, duro lavoro fu necessario a costruire la rocca (in corni e fagotti: tema del Walhall, in minore!) mentre a te dovrebbe essere facile, usando la furbizia, mettere nel sacco il Nibelungo (e il tema dell’astuzia di Loge, forma discendente, fa apparizione, per un attimo, a testimoniare del ruolo del consigliere, e quasi a farci presentire che sarà proprio lui, Loge, a ingannare Alberich, nella prossima scena…)
Wotan non ci sta, non vuole imbarcarsi in un’impresa rischiosa, per poi cederne i frutti ai giganti, e allora Fasolt, preceduto da un crescendo in tremolo degli archi sul tema di Freia, che sfocia in secchi colpi, a rappresentare il montare della sua ira e l’esaurirsi della sua pazienza, tronca bruscamente la trattativa: “Hierher, Maid! In uns’re Macht!”, qui, ragazza, in mano nostra!
“Wehe!, Wehe!” grida Freia, sul tema della schiavitù, mentre Fafner, col benestare del Patto (il cui tema risuona nelle viole e violoncelli) annuncia che lui e il fratello aspetteranno ancora fino a sera di avere in cambio l’oro. Fasolt conclude: “Zu End ist die Frist…”, e poi sarà nostra per sempre!
L’orchestra è ora scossa da un fortissimo accordo, che introduce la precipitosa fuga dei giganti che, facendosi beffe dei goffi tentativi di resistenza di Froh e Donner, trascinano sulle spalle la disperata Freia (il cui tema si spezza letteralmente, sulle sue parole “Rettet! Helft!”). La corsa a saltelloni dei giganti, giù per lo scosceso crinale, verso il Reno, è mirabilmente sostenuta da un sincopato di clarinetti e fagotti, mentre Loge ce la descrive addirittura in cronaca diretta!
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