Arriva Siegfried, con un corno argenteo (1) a tracolla. E un grosso orso al guinzaglio! Sono le cromatiche sestine dei contrabbassi a farci udire il trotterellare trafelato della bestia, mentre violini e violoncelli ci presentano il futuro eroe, con il suo inconfondibile tema del Grido del ragazzo della foresta: tema che sentiremo chissà quante volte ancora, prevalentemente nel corno, a sottolineare il vigore, la spensieratezza e anche la sregolatezza del giovane selvaggio, cresciuto proprio come un animale (un Tarzan ante-litteram!) in mezzo agli animali che abitano il bosco ed i ruscelli. Il tema, col suo caratteristico incipit formato da croma, croma puntata e semicroma (tonica-dominante-mediante) è esposto inizialmente in SOL, ma tosto vira alla sottodominante DO, proprio ad accompagnare il grido di Siegfried che aizza l'orso contro il povero Mime ("Azzannalo, divoralo") invitandolo poi a chiedere al nano terrorizzato se abbia finalmente approntato la spada promessa.
"È là, ma caccia via l'animale" risponde tremante Mime e Siegfried libera l'orso, la cui fuga verso la foresta è ancora sottolineata da sestine dei contrabbassi che si perdono lontano. A Mime che gli chiede perché, invece di ammazzarli, lui porti gli orsi in casa, Siegfried dà una risposta che comincia a porre le basi del successivo incalzare di domande che il ragazzo farà al tutore, riguardo il suo stato: "Mi son cercato un compagno migliore di quello che mi trovo in casa" e lo canta su un motivo ascendente – che risentiremo più avanti - in tonalità DO, che sale dalla mediante MI alla sopratonica RE, proprio a rappresentare l'anelito del ragazzo ad uscire dalla soffocante – e interessata! – protezione del nano, per conoscere il mondo e trovarsi migliori amici. È l'atmosfera della foresta, che tornerà ancora nel seguito ed avrà il punto culminante nel secondo atto, che comincia a farsi sentire qui, passando dal DO al SOL e infine al RE, su cui il corno ancora ripete il tema del Grido di Siegfried.
Al ragazzo interessa però la spada, che Mime gli ha promesso e che sembrerebbe pronta. Già ad un primo sguardo Siegfried mostra però tutto il suo scetticismo e poi, sostenuto due volte dal suo tema – che pare proprio musicalmente incazzarsi, su un drammatico tremolo di violini e viole – sbatte l'arma sull'incudine, mandandola in frantumi! E qui esplode in orchestra il tema detto dell'Esuberanza giovanile, in SOL minore, composto da due battute in 2/4, ciascuna comprendente una quartina di crome puntate. Su di esso Siegfried canta il suo disprezzo per Mime, che gli va raccontando di grandi imprese da compiere contro giganti, e di poderose spade, ma poi non sa forgiare che giocattoli: meriterebbe di finire nella forgia insieme alla sua latta, il ridicolo nano!
Il quale cerca di calmare il ragazzo, prima facendo la vittima – qui c'è una mirabile tansizione, nelle viole, dal tema dell'Esuberanza a quello, accorciato a 2/4, dei Nibelunghi - e poi porgendogli qualcosa da mangiare; ma Siegfried gli scaraventa via piatto e pentola: lui il pranzo se lo è già arrostito alla brace per conto suo! Ora Mime comincia ad esporre una sua lagna, fra il patetico e il perfido.
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Note:
1. Sapremo tra poco che è Mime il costruttore del corno. Avevamo da lui appreso, già nel Rheingold, come i Nibelunghi fossero maestri orafi, prima dell'avvento al potere di Alberich.
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