Scomparsi i bestioni con la dea, che succede ora? Loge se lo domanda subito (“Was sinnt nun Wotan so wild?”) mentre una nebbiolina avvolge il gruppo degli dèi… L’orchestra comincia a spiegare il fenomeno, sentiamo come: il tema di Freia vaga dall’oboe al corno inglese, infine al flauto, esposto in modo minore, e sempre chiudendo con una cadenza sulla settima diminuita… sì, perchè l’eterna giovinezza se ne sta andando, mancandole il nutrimento delle mele d’oro, il cui tema, anch’esso in minore! compare intristito nei corni.
“Frisch, mein Froh!”, coraggio, Froh, canta Loge, e il tema delle mele d’oro, come Froh stesso lo aveva storpiato poco prima, riappare in ottoni e strumentini, ma non serve… A Donner cade di mano il martello, che accade a Fricka? “Freut sie sich wenig…”, è per caso in pena? si chiede Loge, cantando – fra il compassionevole e il beffardo – addirittura sul tema del vincolo d’amore, anch’esso deperito, come tutto il resto! Ancora il tema di Freia, avvizzito, anticipa il lamento di Fricka (“Wehe! Wehe! sul tema della schiavitù) e lo spegnersi di Froh e Donner.
Adesso Loge ha tutto chiaro, e ce lo racconta (ma ce n’era bisogno?): “Jetzt fand ich’s!”, ora ho capito! e poi, supportato in orchestra dal tema delle mele d’oro, ci spiega tutto ciò che già sapevamo, fino a concludere “Des gartens Pflegerin…”, la custode del frutteto, Freia, non c’è più e il crepuscolo si avvicina (il relativo tema - per ora solo accennato, rispetto alla forma completa che udiremo da Erda, nella Scena IV - ce lo anticipa, apparendo nel corno inglese). Poi, minuziosamente, e anche per sottolineare la sua diversità dagli altri dèi (e lo farà ancora verso la fine dell’opera) ci spiega che lui non è colpito dalla carestia, lui è fatto di tutt’altra pasta! (ed ecco che i suoi temi guizzano e serpeggiano in orchestra, come a volerci confermare questa sua diversità) mentre, in assenza di mele (e qui il tema delle mele, esposto in minore dagli oboi, si apparenta significativamente a quello della rinunzia) “...erstirbt der Götter Stamm”, la stirpe degli dèi muore.
Su un mesto tema, Fricka rimprovera ancora a Wotan la sua leggerezza e la sua avidità, che adesso hanno prodotto questo bel risultato (tema dell’anello, a confermarlo).
Wotan ha uno scatto (di orgoglio? di disperazione? di follia?): “Auf, Loge!…”, dài, Loge, scendiamo a Nibelheim(1), devo avere quell’oro!
Loge ha la sua idea fissa: “Die Rheintöchter…”, l’oro dovrebbe tornare alle figlie del Reno (tema del Canto delle Figlie del Reno, negli strumentini…): sembrerebbe proprio che il dio del fuoco voglia a tutti i costi tagliar corto per arrivare direttamente alla fine del Götterdämmerung! Pur essendo cinico e machiavellico, forse in fondo ha il presentimento che tutto ciò che accadrà nel seguito non farà che rendere inevitabile la restituzione dell’oro alla sua sede naturale… ma il nostro dovrà avere ancora molta pazienza (per ben tre opere e mezza!) prima che il suo auspicio si possa realizzare… Anche se, a tempo debito, avrà modo di prendersi davvero una bella soddisfazione, allorquando avvolgerà di fiamme l’intero Walhall e chiuderà così una volta per tutte i conti con Wotan e la sua combriccola…(2)
Il quale Wotan, per il momento non ne vuol sapere: “Freia gilt es zu lösen!”, l’oro serve a liberare Freia!(3)
Loge, servile: ok, ti guiderò io; poi, inconsciamente? sfottente? insiste: passiamo dal Reno?
Wotan: accidenti, no!
Loge: bene, allora vuol dire che scenderemo per la gola sulfurea…
Sono i temi di Loge a scortare i due, dopo che Wotan ha salutato i suoi dèi… senza dimenticare l’anello.
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“Frisch, mein Froh!”, coraggio, Froh, canta Loge, e il tema delle mele d’oro, come Froh stesso lo aveva storpiato poco prima, riappare in ottoni e strumentini, ma non serve… A Donner cade di mano il martello, che accade a Fricka? “Freut sie sich wenig…”, è per caso in pena? si chiede Loge, cantando – fra il compassionevole e il beffardo – addirittura sul tema del vincolo d’amore, anch’esso deperito, come tutto il resto! Ancora il tema di Freia, avvizzito, anticipa il lamento di Fricka (“Wehe! Wehe! sul tema della schiavitù) e lo spegnersi di Froh e Donner.
Adesso Loge ha tutto chiaro, e ce lo racconta (ma ce n’era bisogno?): “Jetzt fand ich’s!”, ora ho capito! e poi, supportato in orchestra dal tema delle mele d’oro, ci spiega tutto ciò che già sapevamo, fino a concludere “Des gartens Pflegerin…”, la custode del frutteto, Freia, non c’è più e il crepuscolo si avvicina (il relativo tema - per ora solo accennato, rispetto alla forma completa che udiremo da Erda, nella Scena IV - ce lo anticipa, apparendo nel corno inglese). Poi, minuziosamente, e anche per sottolineare la sua diversità dagli altri dèi (e lo farà ancora verso la fine dell’opera) ci spiega che lui non è colpito dalla carestia, lui è fatto di tutt’altra pasta! (ed ecco che i suoi temi guizzano e serpeggiano in orchestra, come a volerci confermare questa sua diversità) mentre, in assenza di mele (e qui il tema delle mele, esposto in minore dagli oboi, si apparenta significativamente a quello della rinunzia) “...erstirbt der Götter Stamm”, la stirpe degli dèi muore.
Su un mesto tema, Fricka rimprovera ancora a Wotan la sua leggerezza e la sua avidità, che adesso hanno prodotto questo bel risultato (tema dell’anello, a confermarlo).
Wotan ha uno scatto (di orgoglio? di disperazione? di follia?): “Auf, Loge!…”, dài, Loge, scendiamo a Nibelheim(1), devo avere quell’oro!
Loge ha la sua idea fissa: “Die Rheintöchter…”, l’oro dovrebbe tornare alle figlie del Reno (tema del Canto delle Figlie del Reno, negli strumentini…): sembrerebbe proprio che il dio del fuoco voglia a tutti i costi tagliar corto per arrivare direttamente alla fine del Götterdämmerung! Pur essendo cinico e machiavellico, forse in fondo ha il presentimento che tutto ciò che accadrà nel seguito non farà che rendere inevitabile la restituzione dell’oro alla sua sede naturale… ma il nostro dovrà avere ancora molta pazienza (per ben tre opere e mezza!) prima che il suo auspicio si possa realizzare… Anche se, a tempo debito, avrà modo di prendersi davvero una bella soddisfazione, allorquando avvolgerà di fiamme l’intero Walhall e chiuderà così una volta per tutte i conti con Wotan e la sua combriccola…(2)
Il quale Wotan, per il momento non ne vuol sapere: “Freia gilt es zu lösen!”, l’oro serve a liberare Freia!(3)
Loge, servile: ok, ti guiderò io; poi, inconsciamente? sfottente? insiste: passiamo dal Reno?
Wotan: accidenti, no!
Loge: bene, allora vuol dire che scenderemo per la gola sulfurea…
Sono i temi di Loge a scortare i due, dopo che Wotan ha salutato i suoi dèi… senza dimenticare l’anello.
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Note:
1. Casa della Nebbia. Nelle saghe, Niflheimr è uno dei nove mondi, il continente freddo.
2. Come già ricordato, nell’Edda Antica Loki è protagonista diretto della vendetta dei giganti su Odin e sulla di lui stirpe.
3. Nelle saghe nordiche la vicenda è alquanto diversa e piuttosto gratuita: l’oro di Andvari (Alberich) servirà per riscattare proprio Odin (?!) prigioniero di Hreidmar a causa di una “bravata” del solito Loki.
1. Casa della Nebbia. Nelle saghe, Niflheimr è uno dei nove mondi, il continente freddo.
2. Come già ricordato, nell’Edda Antica Loki è protagonista diretto della vendetta dei giganti su Odin e sulla di lui stirpe.
3. Nelle saghe nordiche la vicenda è alquanto diversa e piuttosto gratuita: l’oro di Andvari (Alberich) servirà per riscattare proprio Odin (?!) prigioniero di Hreidmar a causa di una “bravata” del solito Loki.
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