Il martellante ritmo del tema di Hunding, prima nel timpano e poi nei corni, accompagna i pensieri di Siegmund che, preceduto dalla tromba bassa che espone, piano in LA minore, il tema della spada, infine singhiozza: “Ein Schwert verhiess mir der Vater, ich fänd es in höchster Noth” (dov’è la spada promessami dal padre, da usare nel momento del supremo bisogno?) e lo fa cantando quasi sulle stesse note con cui Wotan, nel finale del Rheingold, aveva salutato il Walhall (“So grüss ich die Burg, sicher vor Bang’ und Grau’n!”) proprio mentre ideava nella sua mente il piano di riconquista dell’anello, di cui la spada è cardine!
Ancora Hunding nei corni, in LA… poi il violoncello modula dolcemente a SIb, e qui Siegmund contempla nei pensieri la donna che ha appena incontrato: sono i temi dell’amore e della donna che gli sta vicino che predominano nel suo stato d’animo e in orchestra, ovviamente, anche se sempre “inquinati” dall’insistere dei corni, raddoppiati all’ottava, sul LA del ritmo di Hunding, una specie di incubo... Che infine sfocia su un crescendo in tremolo degli archi, che porta al grido “Wälse, Wälse“, un’ottava discendente, prima dal SOLb, poi più su, dal SOL naturale(1), con cui Siegmund implora il padre e la spada stessa (il salto di ottava è il centro del tema della spada e tornerà spesso e volentieri; lo risentiremo fra poco, al momento per Siegmund di prenderne possesso): e adesso la tromba acuta (quella in DO) ne intona, appunto in DO maggiore, e a suono spiegato, il tema: SOL-DO/DO-MI-SOL-DO-MI.
Siegmund pare accorgersi di qualcosa che riluce dal tronco del frassino, e la tromba ci dice cos’è, per ben due volte, appoggiata successivamente, in terzine, dal flauto; poi tocca all’oboe, in SOL maggiore e subito dopo in MI minore, il cui SOL (terza minore) viene ripreso per l’ennesima volta dalla tromba, a riesporre il tema nel “canonico” DO maggiore…
Siegmund ancora non capisce, non vede, è obnubilato dalla passione per Sieglinde e intona il meraviglioso passo “Nächtiges Dunkel deckte mein Aug…” in SOL, con una diversione a MIb e ritorno al SOL, su cui il corno reitera il tema della spada appoggiato, in terzine, da oboe e clarinetto. “Selig shien mir der Sonne licht”, mi risplendette beata la luce del sole (qui si anticipa nella melodia il successivo Winterstürme) è in SOL maggiore, che modula plagalmente sul DO e da qui a SI minore (“…bis hinter Bergen sie sank”, che tramonta dietro i monti). Altra modulazione: il SI diviene la sensibile del DO maggiore della tromba che (indovinate?) ripropone il tema della spada, ancora seguita, in terzine, da oboe, clarinetti e corni. Qui ancora una modulazione (raccolta col tema della spada in terzine dal clarinetto) a SI maggiore, quindi ancora a DO, e sempre la tromba, piano, a suonare il tema della spada, quasi ad ammiccare a Siegmund per sussurrargli insistentemente: “ma come dobbiamo dirtelo, caspiterina, che la spada sta proprio lì, davanti al tuo naso?!”
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Ancora Hunding nei corni, in LA… poi il violoncello modula dolcemente a SIb, e qui Siegmund contempla nei pensieri la donna che ha appena incontrato: sono i temi dell’amore e della donna che gli sta vicino che predominano nel suo stato d’animo e in orchestra, ovviamente, anche se sempre “inquinati” dall’insistere dei corni, raddoppiati all’ottava, sul LA del ritmo di Hunding, una specie di incubo... Che infine sfocia su un crescendo in tremolo degli archi, che porta al grido “Wälse, Wälse“, un’ottava discendente, prima dal SOLb, poi più su, dal SOL naturale(1), con cui Siegmund implora il padre e la spada stessa (il salto di ottava è il centro del tema della spada e tornerà spesso e volentieri; lo risentiremo fra poco, al momento per Siegmund di prenderne possesso): e adesso la tromba acuta (quella in DO) ne intona, appunto in DO maggiore, e a suono spiegato, il tema: SOL-DO/DO-MI-SOL-DO-MI.
Siegmund pare accorgersi di qualcosa che riluce dal tronco del frassino, e la tromba ci dice cos’è, per ben due volte, appoggiata successivamente, in terzine, dal flauto; poi tocca all’oboe, in SOL maggiore e subito dopo in MI minore, il cui SOL (terza minore) viene ripreso per l’ennesima volta dalla tromba, a riesporre il tema nel “canonico” DO maggiore…
Siegmund ancora non capisce, non vede, è obnubilato dalla passione per Sieglinde e intona il meraviglioso passo “Nächtiges Dunkel deckte mein Aug…” in SOL, con una diversione a MIb e ritorno al SOL, su cui il corno reitera il tema della spada appoggiato, in terzine, da oboe e clarinetto. “Selig shien mir der Sonne licht”, mi risplendette beata la luce del sole (qui si anticipa nella melodia il successivo Winterstürme) è in SOL maggiore, che modula plagalmente sul DO e da qui a SI minore (“…bis hinter Bergen sie sank”, che tramonta dietro i monti). Altra modulazione: il SI diviene la sensibile del DO maggiore della tromba che (indovinate?) ripropone il tema della spada, ancora seguita, in terzine, da oboe, clarinetti e corni. Qui ancora una modulazione (raccolta col tema della spada in terzine dal clarinetto) a SI maggiore, quindi ancora a DO, e sempre la tromba, piano, a suonare il tema della spada, quasi ad ammiccare a Siegmund per sussurrargli insistentemente: “ma come dobbiamo dirtelo, caspiterina, che la spada sta proprio lì, davanti al tuo naso?!”
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Note:
1. Con tanto di “corona puntata”, la qual cosa dà modo agli heldentenoren di sfidarsi “a chi ce l’ha più lungo” (il SOLb e il SOL…)
1. Con tanto di “corona puntata”, la qual cosa dà modo agli heldentenoren di sfidarsi “a chi ce l’ha più lungo” (il SOLb e il SOL…)
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