Una straordinaria descrizione - in parole ma, soprattutto, in musica! - del rapporto conflittuale padre-figlia!
Un groviglio inestricabile di sentimenti.
Un incrociarsi di processi alle intenzioni.
Wotan che punisce la figlia esprimendole l’amore più smisurato.
Brünnhilde, che giustifica la sua disobbedienza a sua volta con l’amore, per il padre sì, ma anche per l’Amore stesso!
Quello che è stato studiato, ma a partire da cinquant’anni più tardi, dalla moderna psicanalisi, Wagner lo aveva già chiaramente intuito, e lo ha stupendamente descritto e musicato in questa scena finale del dramma.(1)
Il tema della sentenza, nei fagotti e violoncelli, la apre, facendo da introduzione (due volte) al tema detto della giustificazione di Brünnhilde, che appare dapprima in modo minore, con quel salto di settima ascendente, che bene rappresenta l’atto del sollevare lo sguardo verso il padre… (ma chissà, forse anche una “rivolta” nei confronti della malsana commistione di sacro e profano che la settima discendente ha finora rappresentato!) Il due temi si fondono, nel clarinetto basso, prima che Brünnhilde canti la sua giustificazione: “War es so schmälich, was ich verbrach…”, fu così vergognoso ciò che io ho perpetrato…?
Ma noi qui ci dobbiamo assolutamente fermare un attimo per ragionare: su cosa? Sul tema stesso della giustificazione. Se sostituiamo all’intervallo di settima ascendente il suo rivolto (quello di seconda discendente) cioè suoniamo la stessa nota (e le successive) un’ottava sotto… indovinate un pò cosa troviamo? Un tema che è strettissimo parente di quello del Patto, accipicchia! Come ce lo spieghiamo? Certo, Brünnhilde è figlia di Wotan, ergo ne conserva, come dire, parte del DNA, compresi i princìpi etici fondamentali… Ma la cosa davvero stupefacente, ancora una volta, è come Wagner riesca a far emergere un profondo concetto “filosofico” da una semplice variazione apportata ad un tema. Il tema della giustificazione ci dice che: Brünnhilde ha inizialmente seguito il volere di Wotan; poi (salto di settima ascendente, non a caso sull’espressione so schmälich, così vergognoso) ha “preso l’iniziativa”, cercando letteralmente di opporsi al corso della storia, sospingendo cioè verso l’alto ciò che per sua natura e tradizione (le Rune, ma anche la ricordata, malsana commistione di sacro e profano…) volgeva sempre ed ineluttabilmente al basso! E così, con un minuscolo intervento sopra un tema, ci viene rappresentato nientemeno che il conflitto fra due “visioni del mondo”! Torneremo fra poco su questo tema, al momento del suo dispiegarsi aperto e totale, ma prima di proseguire conviene far notare la diversa modalità con cui Brünnhilde e Siegmund hanno espresso – musicalmente! – la loro “ribellione” al Patto: il tema di Siegmund percorreva tutta la discesa del Patto e poi la contraddiceva radicalmente, rivoltandolesi contro, con quella risalita “a mò di anello e di Walhall”; la giustificazione (musicale) di Brünnhilde, invece, non intacca minimamente la struttura del tema del Patto, limitandosi a “interpretarla” a suo modo: esattamente come la fanciulla aveva a suo modo interpretato il volere del padre!
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Note:
1. Val la pena ripetere, a costo di essere pedanti, come nelle saghe il rapporto Wotan-Brünnhilde (che oltretutto non sono padre e figlia) sia trattato con superficialità. Nella citata Sigrdrifumol, Odin punisce la Valchiria disobbediente addormentandola in un castello circondato dal fuoco, dove Sigurd(Siegfried) la troverà per risvegliarla. Ma qui trattasi di banale vicenda di simpatie/antipatie, con annesse vendette, che nulla possiede della profondità filosofica e psicologica del “mito” wagneriano.
Un groviglio inestricabile di sentimenti.
Un incrociarsi di processi alle intenzioni.
Wotan che punisce la figlia esprimendole l’amore più smisurato.
Brünnhilde, che giustifica la sua disobbedienza a sua volta con l’amore, per il padre sì, ma anche per l’Amore stesso!
Quello che è stato studiato, ma a partire da cinquant’anni più tardi, dalla moderna psicanalisi, Wagner lo aveva già chiaramente intuito, e lo ha stupendamente descritto e musicato in questa scena finale del dramma.(1)
Il tema della sentenza, nei fagotti e violoncelli, la apre, facendo da introduzione (due volte) al tema detto della giustificazione di Brünnhilde, che appare dapprima in modo minore, con quel salto di settima ascendente, che bene rappresenta l’atto del sollevare lo sguardo verso il padre… (ma chissà, forse anche una “rivolta” nei confronti della malsana commistione di sacro e profano che la settima discendente ha finora rappresentato!) Il due temi si fondono, nel clarinetto basso, prima che Brünnhilde canti la sua giustificazione: “War es so schmälich, was ich verbrach…”, fu così vergognoso ciò che io ho perpetrato…?
Ma noi qui ci dobbiamo assolutamente fermare un attimo per ragionare: su cosa? Sul tema stesso della giustificazione. Se sostituiamo all’intervallo di settima ascendente il suo rivolto (quello di seconda discendente) cioè suoniamo la stessa nota (e le successive) un’ottava sotto… indovinate un pò cosa troviamo? Un tema che è strettissimo parente di quello del Patto, accipicchia! Come ce lo spieghiamo? Certo, Brünnhilde è figlia di Wotan, ergo ne conserva, come dire, parte del DNA, compresi i princìpi etici fondamentali… Ma la cosa davvero stupefacente, ancora una volta, è come Wagner riesca a far emergere un profondo concetto “filosofico” da una semplice variazione apportata ad un tema. Il tema della giustificazione ci dice che: Brünnhilde ha inizialmente seguito il volere di Wotan; poi (salto di settima ascendente, non a caso sull’espressione so schmälich, così vergognoso) ha “preso l’iniziativa”, cercando letteralmente di opporsi al corso della storia, sospingendo cioè verso l’alto ciò che per sua natura e tradizione (le Rune, ma anche la ricordata, malsana commistione di sacro e profano…) volgeva sempre ed ineluttabilmente al basso! E così, con un minuscolo intervento sopra un tema, ci viene rappresentato nientemeno che il conflitto fra due “visioni del mondo”! Torneremo fra poco su questo tema, al momento del suo dispiegarsi aperto e totale, ma prima di proseguire conviene far notare la diversa modalità con cui Brünnhilde e Siegmund hanno espresso – musicalmente! – la loro “ribellione” al Patto: il tema di Siegmund percorreva tutta la discesa del Patto e poi la contraddiceva radicalmente, rivoltandolesi contro, con quella risalita “a mò di anello e di Walhall”; la giustificazione (musicale) di Brünnhilde, invece, non intacca minimamente la struttura del tema del Patto, limitandosi a “interpretarla” a suo modo: esattamente come la fanciulla aveva a suo modo interpretato il volere del padre!
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Note:
1. Val la pena ripetere, a costo di essere pedanti, come nelle saghe il rapporto Wotan-Brünnhilde (che oltretutto non sono padre e figlia) sia trattato con superficialità. Nella citata Sigrdrifumol, Odin punisce la Valchiria disobbediente addormentandola in un castello circondato dal fuoco, dove Sigurd(Siegfried) la troverà per risvegliarla. Ma qui trattasi di banale vicenda di simpatie/antipatie, con annesse vendette, che nulla possiede della profondità filosofica e psicologica del “mito” wagneriano.
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